Lampedusa – Sono trascorsi più di cinque anni da quando la LampedusAccoglienza ha fatto il suo ingresso al Centro di Soccorso e Prima Accoglienza di Lampedusa in qualità di Ente Gestore. Raccontare in poche righe il lavoro svolto per e con i migranti, all’interno del Centro più “chiacchierato” d’Europa, non renderebbe giustizia agli sforzi, di quanti, hanno dato e continuano a dare molto, tanto, a volte troppo per rendere efficiente la macchina della accoglienza, i cui ingranaggi possono essere compresi nella loro complessità solamente attraverso uno sguardo attento e scevro da qualunque preconcetto. Il tema immigrazione scotta. Figurarsi lavorarci dentro quanto possa, in certi frangenti, divenire complesso perché ogni giorno è un giorno nuovo, con le sue storie di immigrati, di telefoni di servizio che squillano nel pieno della notte, di sbarchi notturni, di stanchezza e necessità di trovare soluzioni anche quando apparentemente sembra non essercene, perché al Centro Accoglienza di Lampedusa, spesso, non c’è tempo per le riflessioni, non c’è spazio e modo per esprimere le rabbia, il disappunto, l’impotenza forse, per tutta la sofferenza che si è abituati a vivere a contatto con uomini, donne e bambini che scappano, comunque scappano da una terra o da qualcosa. La LampedusAccoglienza, come Ente Gestore del C.s.p.a di Lampedusa, attraverso il contributo delle sue diversificate figure professionali si fa carico di tutti i servizi rivolti ai migranti sbarcati a Lampedusa. A titolo meramente esemplificativo, ma non certo esaustivo, si vogliono qui ricordare: il trasporto dei migranti dal punto di approdo al Centro, l’organizzazione logistica e il successivo trasferimento degli Ospiti dalla Struttura verso altre destinazioni a mezzo Nave o Aereo, l’assistenza medica, psicologica, la mediazione linguistico-culturale, il sostegno sociale, la ristorazione, la pulizia locali, la consegna al singolo del vestiario e di tutto l’occorrente. Per rendere l’idea di ciò che può significare il C.s.p.a, basti ricordare che dal 2007, anno di insediamento della nostra Società, ad oggi, abbiamo accolto a Lampedusa più di 98.000 immigrati, 98.000 storie, 98.000 vite, alle quali si è cercato comunque di dare il massimo, nella consapevolezza che l’efficienza e la efficacia nello svolgimento dei servizi alla persona trova l’origine e la sua causa prima nella passione, nel reale convincimento del singolo operatore del sociale di voler aiutare e sostenere chi ha un reale bisogno. Ed è indubbio che questa determinazione ad agire per intenti rappresenta il tratto caratterizzante di tutto il personale della LampedusAccoglienza. In questa sede risulta doveroso rivolgere un plauso particolare agli Operatori Socio Sanitari dipendenti della nostra società, lampedusani di origine e nel cuore, i quali giorno e notte, con spirito di sacrificio e passione, svolgono il loro delicato e fondamentale compito permettendo che la macchina dell’assistenza funzioni a dovere. Da loro, in primis, si può imparare il senso dell’accoglienza al migrante: sono loro i pilastri portanti per una gestione positiva di un fenomeno a volte troppo vasto per una piccola Isola come Lampedusa. LampedusAccoglienza significa anche (come in occasione dell’Emergenza Immigrazione dal Nord Africa dell’Anno 2011) preparazione di oltre 500.000 pasti in sette mesi, significa assistenza medica di quasi 3000 migranti in 48 ore, accompagnamento in Nave di 1000 Ospiti al giorno. Significa anche trasporto, nel pieno della notte, di pasti e vestiario per i migranti sbarcati a Linosa, altra piccola ma viva realtà nel cuore del Mediterraneo, cui va il mio pensiero per la forza e il coraggio sempre dimostrati nell’affrontare con dignità e capacità il fenomeno immigrazione. Ma LampedusAccoglienza significa, anche e soprattutto, operatori intenti a giocare con i piccoli sbarcati, mettere a disposizione i propri uffici per far riposare una donna e il suo neonato, significa anche una mole non indifferente di sofferenza e una valanga di sorrisi ricambiati con i migranti in partenza, nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per gente che forse non si incontrerà mai più. A distanza di oltre un lustro dall’inizio di questa avventura, lasciando ad altri l’arduo compito di spiegare in ogni dettaglio il fenomeno e la gestione dell’ immigrazione verso le Isole Pelagie nella presunzione di avere tutto compreso, ancora adesso in occasione di alcuni sbarchi notturni, quando l’umidità si attacca alle ossa e cresce il silenzio nell’attesa che l’imbarcazione carica di migranti entri in Porto, mi commuovo consapevole che stiamo svolgendo un lavoro un po’ diverso da tanti altri, nel quale la linea di confine tra dovere e piacere, tra chi accoglie e chi è accolto, sfuma in un groviglio di emozioni difficilmente catalogabili. (F. Miragliotta – Direttore del C.s.p.a di Lampedusa)