Roma – L’emersione dal lavoro nero costituisce una opportunità per il rispetto della dignità e dei diritti dei migranti che lavorano in nero e sono quindi svantaggiati. E’ quanto ha detto mons. Giancarlo Perego, Direttore della Fondazione Migrantes in una intervista pubblica dal quotidiano “Avvenire”. Per mons. Perego occorre “evitare che restino penalizzati in una operazione che favorisce i datori di lavoro, imprese e famiglie per i lavoratori domestici, cui è garantita l’immunità per l’autodenuncia e lo Stato che fa comunque cassa. Invece non sappiamo cosa succederà ai lavoratori che autodenunciano alle autorità la propria irregolarità, chiediamo che venga spiegato”. Sono diversi gli aspetti che preoccupano la Migrantes. “In primo luogo – ha spiegato il direttore al quotidiano cattolico – per quanto concerne il decreto sulla rego¬larizzazione dei lavoratori immigrati, chiediamo che si eviti la discrezionalità dei criteri per le procedure tra regione e regione. Mi riferisco in particolare agli sportelli unici per l’immigrazione che dovranno valutare i documenti che attestano la presenza in Italia prima del 31 dicembre scorso. Occorre che vengano specificati bene i criteri di valutazione e soprattutto chiarire cosa si intende per organismo pubblico. Spero che presto, come ha promesso nei giorni scorsi il prefetto Morcone, venga fatta chiarezza dal governo. Personalmente condivido le proposte dello stesso prefetto: i money transfer o i documenti di viaggio possono comprovare la presenza di un irregolare perché emessi da organismi che svolgono una funzione pubblica. Per mandare i soldi a casa serve un documento di identificazione valido. In secondo luogo ci preoccupa il dopo sanatoria”.