Storie e volti di chi “sceglie” il Battesimo: la storia di Eringhai

Padova – In tempo di crisi della fede, non mancano germogli di speranza. A confermarlo sono le continue e crescenti richieste di diventare cristiani, che giungono al Servizio per il catecumenato della diocesi di Padova. Maschi e femmine, italiani e stranieri, provenienti o meno da altre confessioni. Anche quest’anno, in occasione del rito di ammissione al catecumenato, che si è svolto domenica scorsa in Cattedrale a Padova, 21 persone hanno espresso la loro volontà di intraprendere il cammino di fede cristiana davanti al vescovo e alle comunità parrocchiali di provenienza: 16 donne e 5 uomini di età tra i 14 e i 53 anni, provenienti da Albania, Guinea Bissau, Moldavia, Libano, Slovacchia, Serbia, Romania, Repubblica Ceca, Cuba e Repubblica Dominicana. Un percorso, che a seconda del vissuto personale, dura circa due anni con alcune tappe particolarmente significative. Storie diverse che si intrecciano tutte nell’unico desiderio: diventare cristiani. Tra loro c’è Eringhai 33 anni, origine africana (Guinea Bissau dove ha la moglie Lucinda e quattro figli dai 13 ai 6 anni). A Padova è arrivato lo scorso anno non per sua volontà ma imbarcato a forza dai militari di Gheddafi, che lo hanno privato di tutto, tranne di quei pochi soldi nascosti nelle scarpe che gli hanno permesso di acquistare un cellulare per comunicare con la sua famiglia. In Libia era giunto il 5 dicembre 2008, dopo aver lasciato la sua terra e la sua famiglia in cerca di lavoro in un itinerare che ha visto tappe in Senegal, Mauritania, Mali, Niger, Algeria. In Libia alternava il lavoro di pescatore a quello di muratore, non sempre era pagato e quando si scopriva che la sua famiglia aveva una tradizione cristiana, il lavoro non c’era più. Sbarcato a Lampedusa il 16 maggio 2011 nel giro di qualche settimana è arrivato a Padova e da allora vive nella comunità dell’Arcella, ospite della cooperativa Solidarietà. La difficoltà della lingua non lo ha fermato e fin dall’inizio si è dato da fare come poteva, piccoli lavori in parrocchia, e da agosto un lavoro vero per due mesi… ma la scadenza di dicembre 2012 è vicina e del suo futuro non c’è certezza. Nonostante ciò ha chiesto di essere battezzato e quindi di iniziare il percorso di catechesi per i catecumeni.  “Sono “cristiano” – racconta parlando della sua formazione – ma per un incidente non ho concluso il catechismo e ricevere il Battesimo. La mia religione è il cristianesimo e fin da piccolo ho desiderato di scoprire e seguire il cammino di Dio”. (S. Melchiori – Avvenire)