Roma – “La crudeltà” delle storie sui desaparecidos ci fa sentire ancor più forte il desiderio di giustizia, non certo per perseguire vendette, ma per restaurare la verità, punire i colpevoli di crimini contro l’umanità, tener vivo il ricordo delle vittime e facilitare il processo di riconciliazione”. Così il Ministro degli Esteri Giulio Terzi nel suo intervento ad un convegno alla Farnesina sugli anni della dittatura argentina in cui le “atrocità furono mostruose”. Terzi ha ricordato che “mentre molti in tutto il mondo tacevano o minimizzavano, 30.000 civili – e tra loro almeno 1.600 cittadini italiani – venivano torturati, trucidati, a volte gettati vivi dagli aerei nell’oceano, fatti sparire”. Da parte italiana l’impegno per la verità è stato “rafforzato dalla decisione del governo di costituirsi parte civile nei processi avviati in Italia contro i militari argentini”, ha spiegato Terzi, aggiungendo che l’anno scorso c’è stato un “importante” accordo con Buenos Aires che consente la trasmissione alle autorità argentine di “copia delle documentazioni presenti negli archivi diplomatico-consolari italiani in Argentina e relative a cittadini italiani, doppi cittadini e cittadini di origine italiana vittime del regime militare argentino”. E per facilitare il lavoro è stata anche istituita una commissione tecnica italo-argentina. Il colloquio sulla storia argentina dal 1974 al 1983, dal titolo “L’altro ieri, la dittatura: per non dimenticare”, è stato organizzato, con il patrocinio del Ministero degli Esteri Italiano, dal gruppo torinese “Assemblea Teatro”, che da quindici anni cammina a fianco dei familiari che per oltre trentacinque anni non hanno mai ceduto al desiderio di ottenere giustizia per i propri cari e per tutti i desaparecidos.