Romania: la comunità italiana e i rom

Iasi – Cerco di seguire e sostenere gli italiani che vivono in Romania sia dal punto di vista pastorale che umano, ma fin dalla mia presenza a Iasi, che risale al ’98, oltre che a seguire gli italiani del territorio, sia personalmente che a livello comunitario abbiamo messo in atto diverse iniziative a sostegno dei rom. La prima riguarda l’oratorio festivo, iniziato nel 2003, frequentato soprattutto da bambini e giovani di etnia rom. Le attività dell’oratorio sono una ottima modalità di integrazione tra rom e romeni e anche di coinvolgimento di diversi giovani studenti che, con i nostri seminaristi, organizzano appunto le varie attività, sia ludiche (giochi vari) che culturali (teatro, alfabetizzazione o aiuto per i compiti, …). Osservando che “l’incidenza” era insufficiente, essendo l’oratorio solo festivo, si è pensato di dar vita ad un asilo che potesse realizzare più obbiettivi: educativo-comportamentale (una maggior cura della propria persona e un comportamento positivo e aperto nei confronti degli altri bambini e degli adulti); scolastico (offrire ai bambini rom e ai bambini appartenenti a famiglie povere della zona la possibilità di avere la preparazione necessaria per poi poter frequentare la scuola di Stato. Purtroppo una percentuale molto alta di bambini rom non frequenta la scuola e molti di coloro che cominciano a frequentarla l’abbandonano presto a causa sia della loro impreparazione, non frequentando l’asilo e non essendo aiutati da genitori e parenti, sia del loro comportamento e sia a causa di un certo clima discriminatorio. Abbiamo cominciato l’ “Asilo Don Orione” il 15 gennaio del 2010 e, nonostante varie difficoltà, siamo riusciti a formare una classe mista che va dai 3 ai 9 anni e per i più grandicelli abbiamo dato vita ad un doposcuola. I risultati ottenuti sono incoraggianti, addirittura alcuni nostri bambini, una volta giunti alle elementari, sono arrivati ad essere i primi della classe. Il nostro problema più grande è legato alla sostenibilità del progetto. Le spese che dobbiamo affrontare sono legate all’acquisto del materiale didattico, agli stipendi delle educatrici e alle spese di luce, riscaldamento e acqua. Abbiamo un bel cortile, ma non siamo ancora riusciti ad avere i soldi per acquistare alcuni giochi. La congregazione di don Orione ci ha sostenuto con l’acquisto dell’arredamento e ci sostiene tuttora con le spese di gestione, ma vorremmo cercare di essere più autonomi, per non pesare sulle casse della Provincia che sono provate dalla “crisi economica” che sta mettendo un pò tutti in difficoltà, ed è per questo che ci rivolgiamo ad altri, come appunto la Raiffesen Bank per poter ottenere il finanziamento che ci permetterà per lo meno di acquistare del materiale didattico. Il nostro progetto mira a cambiare la vita a medio e lungo termine soprattutto dei bambini rom, di età compresa tra i 3 e i 14 anni, del quartiere di Pacuret (si parla di centinaia di famiglie, il numero esatto non si sa in quanto molti di loro non sono registrati all’anagrafe), nel quale viviamo anche noi, integrandoli nella comunità e dando loro dignità. Siamo convinti che se questi bambini potranno frequentare una scuola che permetterà loro di ottenere un diploma e di imparare un mestiere, contribuiremo a ridurre la criminalità e la delinquenza giovanile, cosa che gia abbiamo in parte ottenuto. La polizia ci riconosce che grazie all’oratorio e ora all’asilo sono molto diminuiti i vari furtarelli compiuti dai bambini rom della nostra zona. Sono contento di riuscire a mettere insieme due obbiettivi che stanno a cuore alla Migrantes e cioè l’attenzione alla cura pastorale-umana degli italiani all’estero e l’attenzione alla cura umana dei rom della nostra zona, non posso dire tanto pastorale in quanto la maggior parte dei rom della nostra zona sono ortodossi, comunque questo ci permette di fare ecumenismo. Infatti proprio grazie alle attività con i rom stiamo coinvolgendo diversi giovani universitari e molti di loro sono ortodossi e partecipano regolarmente ai momenti sia formativi che di preghiera che organizziamo appunto per i volontari. Inoltre, grazie ai piccoli momenti di preghiera e alle recite, sia pasquali che natalizie, eseguite dai bambini stessi, vengono coinvolti i genitori e altre persone che frequentano la nostra cappella semipubblica e quindi riusciamo, “dal basso”, a promuovere un attività ecumenica. Per quanto riguarda gli italiani, grazie alla celebrazione della Messa domenicale e all’organizzazione di vari eventi, la nostra piccola comunità si sta affiatando e grazie alla pubblicazione e trasmissione via internet, a sempre più italiani residenti in Romania, della nostra rivista “Adeste-Venite”, si riesce a “sensibilizzare” e a mantenere i contatti anche con quegli italiani che, proprio a causa della distanza, non possono partecipare, ne a Iasi e ne a Bucarest, alle Celebrazioni domenicali o a eventi organizzati da me o da don Graziano Colombo. (don Valeriano Giacomelli – Missionario in Romania)