Roma – “Nonostante un quadro normativo avanzato per proteggere e promuovere i diritti delle comunità in Kosovo”, dal 2010 sono stati compiuti “solo limitati progressi nella sua attuazione”. Lo afferma la terza edizione del Community Rights Assessment Report, pubblicata dalla Missione Osce in Kosovo. Il documento – riferisce l’agenzia Sir – si concentra sugli sforzi delle istituzioni per l’integrazione di rom, ashkali ed egiziani residenti nel Paese; il sostegno al loro rientro e reinserimento; la promozione dell’uso delle lingue ufficiali e del dialogo tra le comunità; l’offerta di istruzione e i diritti socio-economici. “Le autorità kosovare hanno stanziato 3,4 milioni di euro per aiutare i rimpatriati, e la polizia offre protezione 24 ore su 24 a 23 siti del patrimonio culturale e religioso serbo”, informa il capo della missione Osce in Kosovo, ambasciatore Werner Almhofer, secondo il quale, “nonostante sia migliorato l‘accesso all‘istruzione di rom, ashkali ed egiziani, il limitato accesso all’alloggio, all‘assistenza sanitaria e all’occupazione continua ad essere il principale ostacolo al rimpatrio e alla reintegrazione”. Diverse famiglia rom e ashkali, denuncia il capomissione Osce, “vivono in un campo di Osterode contaminato dal piombo”. (SIR)