Richiedenti asilo: Cattolici australiani per una rete regionale di assistenza

 
Sydney – «C’è grande necessità e urgenza di affrontare il fenomeno dei rifugiati e dei richiedenti asilo, creando un sistema di collaborazione a livello regionale che offra l’opportunità alle persone di ricostruire le proprie vite e di contribuire alla comunità che li accoglie»: è l’appello che giunge dall’Australian Catholic Migrant and Refugee Office (ACMRO), la struttura locale dell’episcopato che si occupa dell’assistenza agli immigrati e di coloro che sono fuggiti dai loro Paesi per motivi di razza, religione o per le loro opinioni politiche. L’AMCRO è recentemente intervenuta sul tema, in una nota congiunta con il Jesuit Refugee Service Australia (JRS), con la quale si sottolinea l’apprezzamento per la decisione del Senato australiano di bloccare una proposta di legge che avrebbe consentito al Governo di applicare alcune misure restrittive nei confronti dei richiedenti asilo della Malaysia e si richiama al contempo l’attenzione sulla necessità di aumentare la collaborazione regionale con i Paesi limitrofi al fine di individuare soluzioni condivise di accoglienza. Il Direttore dell’ACMRO, padre Maurizio Pettenà, ha spiegato che «una soluzione regionale» risponde all’esigenza di venire incontro «alle preoccupazioni per la protezione delle popolazioni vulnerabili». C’è quindi, ha sottolineato, «grande necessità e urgenza di affrontare il fenomeno dei rifugiati e dei richiedenti asilo, creando un sistema di collaborazione a livello regionale che offra l’opportunità alle persone di ricostruire le proprie vite e di contribuire alla comunità che li accoglie».
Padre Aloysious Mowe, direttore del JRS Australia, ha ricordato che «rifugiati e richiedenti asilo salgono sulle barche per raggiungere località sicure dove possono trovare protezione. Queste persone cercano di raggiungere l’Australia, nonostante i pericoli del viaggio, perché è il Paese nella regione in cui credono di trovare questa protezione». I Paesi situati a nord del continente australiano, ha osservato il gesuita, «ospitano un maggior numero di rifugiati e richiedenti asilo rispetto al numero relativamente ridotto di quelli che giungono in Australia». Pertanto, ha concluso, «una soluzione regionale richiederà una ripartizione giusta ed equa dei rifugiati e dei richiedenti asilo e uno sforzo coordinato per trattare il loro reinserimento».
I vescovi cattolici in Australia sono in più occasioni intervenuti sul problema esortando Governo e parti politiche a favorire politiche di solidarietà. In una nota del 2010, l’episcopato auspicava «la ricerca del dialogo con i Paesi vicini così come con quelli da cui provengono richiedenti asilo e rifugiati e di adoperarsi per dare risposte veloci alle loro richieste». Pur considerando «il bisogno di salvaguardare la sicurezza nazionale», si chiede che «la compassione non venga sacrificata per coloro che hanno un chiaro bisogno di aiuto».
Per i vescovi «occorre quindi trovare soluzioni affinché le persone non siano costrette a lasciare la loro terra e anche per contrastare coloro che sfruttano finanziariamente il bisogno di questa gente». La Chiesa, si conclude «rinnova anche il suo impegno a lavorare in collaborazione con il Governo per fornire continua assistenza pastorale ai rifugiati e ai richiedenti asilo».
(Osservatore Romano)