Italiani all’estero: “si” alla conversione del Decreto legge che rinvia al 2014 le elezioni dei Comites e del CGIE

Roma – Il Senato ha approvato, con 154 voti favorevoli, 28 contrari e 27 astenuti, la conversione del decreto legge che rinvia le elezioni dei Comites e del CGIE al 2014. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera. La situazione si è sbloccata – riferisce l’agenzia Inform – nel tardo con le dichiarazioni in Aula del Presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzolini che ha precisato come al momento le risorse risparmiate con il rinvio del rinnovo degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero ammontino a 3.539.000 euro. Alla luce di questa puntualizzazione l’entità delle risorse accantonate l’Aula ha approvato un emendamento dei relatori Mantica (Pdl) e Tonini (Pd) che destina per l’anno 2012 tale somma al sostegno degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero (2 milioni di euro), alle attività di assistenza diretta ed indiretta degli italiani residenti all’estero in condizioni di indigenza (1.339.000 euro) e al funzionamento dei Comites (200.000 euro). L’Assemblea ha anche detto sì ad un altro emendamento che sostituisce il comma 1 del decreto legge in discussione con il seguente testo “Al fine di conseguire l’obiettivo di razionalizzazione della spesa pubblica destinata a garantire l’operatività degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, in attesa del generale riordino della normativa che disciplina la composizione e le modalità di elezione, con riduzione dei relativi costi, le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero (Comites) e, conseguentemente, del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) sono rinviate rispetto alla scadenza prevista… Tali elezioni devono comunque avere luogo entro la fine dell’anno 2014”

 
“Con regolamento da adottare entro sei mesi – prosegue il testo – dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su proposta del ministro degli Esteri, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze e con il ministro delegato all’Innovazione Tecnologica e allo Sviluppo della Società dell’informazione, sono stabilite le modalità di votazione e scrutinio nei seggi costituiti presso la sede dell’ufficio consolare o, ove possibile, anche in altri locali predisposti dal comitato elettorale, tenuto conto del numero degli elettori, della loro dislocazione e della disponibilità di personale, anche mediante l’utilizzo di tecnologia informatica, nel rispetto dei principi di personalità e segretezza del voto, in modo da garantire che il relativo onere non superi il tetto di spesa indicato al comma 3 del presente articolo, che il sistema di voto con tecnologia informatica sia sicuro da attacchi deliberati o comunque non autorizzati, garantisca il funzionamento del voto da qualunque inefficienza del materiale o del programma tecnologico e consenta all’elettore di poter ottenere conferma del suo voto. Con il medesimo regolamento è stabilita la disciplina delle operazioni di scrutinio nel rispetto del principio di segretezza del voto, adeguate all’adozione del sistema di votazione mediante l’utilizzo di tecnologia informatica, nonché la modalità di partecipazione al voto con tecnologia informatica mediante la disponibilità di postazioni di accesso per gli elettori che non dispongono di un personal computer ovvero che si trovano in Paesi in cui la trasmissione cifrata dei dati è interdetta o impossibile”.
Durante il dibattito, che ha visto respinti, ritirati o accantonati tutti gli altri emendamenti, è stato accolto dal Governo un Ordine del Giorno che impegna l’esecutivo “a valutare la possibilità di apportare modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, prevedendo che i figli nati all’estero da padre o madre cittadini, non residente in Italia al compimento della maggiore età, ove in possesso di altra cittadinanza, conservino quella italiana se dichiarano di volerla conservare entro un anno dalla suddetta data”. Nell’Odg viene inoltre sollecitato il Governo “ a valutare la possibilità di rinvenire ulteriori fondi, per consentire un’accelerazione dei tempi di trattazione delle pratiche, chiedendo un contributo economico in caso di richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana all’estero, definendo nel contempo tempi certi di perfezionamento delle pratiche stesse”. Auspicata infine l’introduzione di “modalità di predisposizione delle liste elettorali per l’esercizio del voto all’estero previa manifestazione di volontà da parte degli aventi diritto”.
Prima della votazione finale sul provvedimento alcuni senatori sono intervenuti per dichiarazione di voto. dal canto suo Stefano Pedica dell’Idv ha illustrato le motivazioni della contrarietà del suo gruppo al provvedimento. “Per razionalizzare le risorse e ridurre le spese inutili – ha spiegato Pedica – sarebbe invece preferibile sopprimere il CGIE, divenuto ormai ininfluente, e trasferire alcune sue competenze ai Comites, rafforzandone il ruolo, in sinergia con le rappresentanze consolari territoriali. È infatti inutile e dannoso per le finanze dello Stato mantenere in vita due organismi che hanno ruoli analoghi”. Dopo l’intervento di Barbara Contini (Terzo Polo) che ha auspicato l’approvazione da parte della Camera entro la fine della legislatura della riforma degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero approvata in prima lettura dal Senato, la senatrice della ripartizione America Meridionale Mirella Giai (Maie – Udc), ha annunciato il voto contrario del suo gruppo, “Ancora una volta – ha affermato la senatrice – ai cittadini italiani residenti all’estero viene negato il diritto di votare per il rinnovo dei propri organismi di rappresentanza. Le modifiche delle modalità di voto, – ha aggiunto la Giai – che prevedono l’utilizzo della tecnologia informatica, renderanno più complicato per alcuni elettori ottemperare ai propri diritti elettorali”. Per la Giai inoltre il fatto che la riforma degli organismi di rappresentanza, approvata da più di un anno in prima lettura dal Senato, non abbia ancora avuto il via libera dalla Camera “dimostra lo scarso interesse nei confronti degli italiani residenti all’estero e la ridotta considerazione per la loro profonda volontà di contribuire al miglioramento della società italiana”. Ha poi preso la parola Michelino Davico (Lega Nord) che, pur esprimendo condivisione per la scelta di rinviare le elezioni, ha annunciato il voto contrario della Lega nei confronti del provvedimento. Per Davico la discussione in Aula sul decreto legge ha evidenziato “la mancata volontà di riformare gli organismi di rappresentanza”. Diversa la posizione di Massimo Livi Bacci (Pd) che, nel comunicare sì del Partito democratico, ha evidenziato come “il voto elettronico, sicuro ed economico, rappresenti una novità positiva, meritevole di essere sperimentata in vista di un’estensione alle consultazioni amministrative e politiche”. Per il senatore del Pd il Parlamento dovrebbe inoltre aprire una riflessione sull’identità degli italiani all’estero”. Da ricordare infine gli interventi di Giampaolo Bettamio (Pdl), che ha segnalato il voto favorevole del Pdl al provvedimento ed ha sollecitato un intervento organico sul tema della rappresentanza degli italiani all’estero, e di Raffaele Fantetti (Pdl), eletto nella ripartizione Europa, che, in dissenso con il gruppo di appartenenza, ha annunciato il suo voto contrario. “Il recupero di 3,5 milioni – ha spiegato Fantetti – non può compensare la sospensione, per motivi economici, del diritto di eleggere nuovi rappresentanti delle nostre comunità all’estero”.