CNA: boom dell’imprenditoria etnica, 49% in 7 anni

Roma – E boom dell’imprenditoria etnica in Italia con un + 49% in sette anni. Lo rileva uno studio della Cna, presentato a Roma, in un convegno dal tema ‘L’impresa etnica nel periodo della crisi’.  Negli anni della crisi, il ruolo della popolazione straniera in Italia è divenuto sempre più evidente e apprezzabile contribuendo alla crescita dell’occupazione e della ricchezza prodotta e portando dinamismo nel settore imprenditoriale, con +48,7% di crescita dell’imprenditoria straniera tra il 2005 e il 2011, rivela lo studio della CNA, curato da Antonio Murzi, sottolineando che nei sette anni considerati l’occupazione dei cittadini di nazionalità italiana si è ridotta del 3,4%, mentre quella degli stranieri in Italia è praticamente raddoppiata (+97%). Per effetto di questi opposti andamenti, il peso dell’occupazione straniera è passato dal 5,2% del 2005 al 9,9% del 2011 (gli occupati stranieri sono 2,3 milioni).

Contestualmente – aggiunge la CNA – è aumentato il peso della ricchezza prodotta dagli stranieri, dal 7,1% del 2005 al 12,0% del 2010 (pari a 167.537 milioni di euro). Il boom dell’imprenditoria straniera – prosegue la CNA – fa da contrappasso alla diminuzione del 9,3% dell’imprenditoria nazionale. Come conseguenza, il peso dell’imprenditoria straniera è salito dal 5,7% al 9,1%. Nel 2011 – rileva ancora la CNA – i titolari e i soci di impresa straniera sono 440.145; di questi il 56,7% sono titolari d’impresa e l’86,1% risiede nell’Italia Centro-settentrionale. Solo la Lombardia ne ospita il 22,6%. La Toscana è la regione con il più alto tasso di imprenditorialità straniera (7,2 titolari immigrati sul totale delle imprese registrate); la Basilicata presenta invece il più basso tasso di imprenditorialità immigrata (0,5%).
La CNA osserva anche come l’imprenditoria straniera in Italia sia riferita a pochi Paesi d’origine: il 56,3% dei titolari di impresa proviene infatti da soli quattro Paesi: Marocco (16,5%), Romania (15,1%), Cina (14,6%) e Albania (10,0%). I settori di attività sono prevalentemente le costruzioni e il commercio. In questo contesto – conclude la CNA che al suo interno conta oltre 12mila imprese straniere (il 5% del totale) – “le associazioni imprenditoriali possono e devono svolgere un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo di queste nuove realtà”.