Migrantes: domani la chiusura del corso di formazione pastorale

Roma – Si concluderà domani, giovedì 28 giugno, la V edizione del Corso “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Migrantes e svoltosi a Roma presso la Domus Pacis. Il percorso di pastorale migratoria, a cui hanno partecipato circa 50 persone tra nuovi direttori e operatori diocesani  Migrantes, nuovi cappellani tra gli emigranti italiani in Europa e tra gli immigrati in Italia, segna una tappa importante nel rinnovamento della vita delle nostre Chiese, attente ai diversi volti e fenomeni della mobilità umana.  Queste nuove figure – ha detto introducendo i lavori mons. Giancarlo Perego, direttore della Migrantes – che si preparano a un’attività pastorale nel mondo delle migrazioni e della mobilità umana sono “nuovi evangelizzatori” che abitano luoghi e strade al “limite delle nostre città e delle nostre Chiese, perché tutti siano accompagnati  a uscire dall’anonimato e dall’esclusione, tutti siano partecipi alla vita della comunità”.
“Sia che si parli di individui migranti sia che ci si riferisca a gruppi e collettività, in situazione anche di irregolarità la Chiesa guarda essenzialmente alla persona in quanto soggetto relazionale, aperto agli altri. La persona con i suoi diritti e i suoi doveri che vanno rispettati anche in situazione di irregolarità”, ha detto il sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, padre Gabriele Bentoglio. Il religioso ha presentato l’Istruzione “Erga migrantes caritas Christi” nei suoi elementi di continuità e di rinnovamento riguardo alla sollecitudine pastorale della Chiesa nelle migrazioni, sottolineando che il documento “segna certamente un passo importante nel sollecitare nuova consapevolezza sul mutare dei tempi e, di conseguenza, sull’apparire di nuovi scenari per l’annuncio evangelico, anticipando le raccomandazioni che il Papa rivolge a tutta la Chiesa affinché si impegni nella nuova evangelizzazione e nel rinvigorimento della fede”. Il fatto migratorio – ha sottolineato p. Bentoglio – manifesta “la caratteristica di essere una provvidenziale risorsa, in quanto stimola la trasformazione dal parametro dell’’assistenza’ a quello più genuino della carità e dell’accoglienza, dove il migrante diventa protagonista, mentre strutture ed istituzioni si pongono al servizio della centralità della persona umana e della tutela della sua dignità umana e cristiana”.
“I movimenti migratori – ha concluso – vanno visti nella loro luce positiva soprattutto come fattore di vicendevole arricchimento tra i popoli, interpellando così tutte le forze attive nella pastorale migratoria per una sensibilizzazione sempre più ampia quanto alle potenzialità e alle risorse che i migranti portano con sé nei Paesi di accoglienza”. Durante questi giorni di formazione è stata offerta  una panoramica socio-pastorale delle migrazioni curata da Delfina Licata, capo redattrice del Rapporto Migrante “Italiani nel Mondo” della , una presentazione della Fondazione Migrantes e della cura pastorale dei settori della mobilità umana, come pure dei documenti della Chiesa sulle migrazioni, a cura di p. Giovanni Terragni, docente del Simi e una relazione su Girovaghi, migranti, forestieri e naviganti nella legislazione ecclesiastica a cura di p. Luigi Sabbarese della Pontificia Università Urbaniana. Hanno portato la loro esperienza, in questi giorni molti degli operatori pastorali Migrantes tra i quali il direttore regionale Migrantes del Piemonte e Valle d’Aosta, don Fredo Olivero, Maurizio Certini, direttore del Centro Internazionale “Giorgio La Pira” di Firenze .
Non sono mancati i temi di attualità come quello dei flussi, della cittadinanza e dell’integrazione, con una relazione affidata a Maurizio Ambrosini. docente all’Università degli studi di Milano; una sulle politiche migratorie in Italia affidate all’avvocato Caterina Boca. 
Domani sarà la volta di alcune esperienza pastorali da parte dei coordinatori etnici nazionali e del progetto di comunicazione sull’asilo attraverso il sito www.viedifuga.org” promosso dalla Migrantes di Torino con il contributo della Migrantes Nazionale. (Raffaele Iaria)