Apostolato del mare: il saluto di mons. Crociata all’assemblea della ‘”Stella Maris”

Roma – “Un salto di qualità dell’impegno ecclesiale a favore della gente di mare nel nostro Paese”. Così il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ha portato sabato mattina il suo saluto all’Assemblea ordinaria della Federazione Stella Maris, che si è svolta a Roma parlando del nuovo Ufficio nazionale per l’apostolato del mare. “L’Ufficio – ha ricordato mons. Crociata – nasce in esecuzione delle indicazioni contenute nel motu proprio ‘Stella Maris’ (31 gennaio 1997) di Giovanni Paolo II. Soprattutto, esso risponde a un’attesa pastorale della gente di mare e di tutte quelle persone che in un modo o in un altro frequentano o attraversano i numerosi porti di un territorio così ricco di coste come il nostro. Era dunque necessario confermare e rivolgere un’attenzione specifica a una condizione di vita così diffusa e peculiare”. Mons. Crociata ha citato il “servizio prezioso” compiuto quotidianamente dalle associazioni “Stella maris”, “che trova già sostegno nella rete di collegamento della vostra Federazione. Essa stessa ha bisogno, però, di sentire la vicinanza e la guida di tutta la Chiesa che è in Italia, accanto a quella della propria Chiesa particolare”. Da qui “il servizio del nuovo Ufficio” che risponde alla “sollecitudine pastorale dei vescovi italiani”.

Il segretario generale della Cei ha quindi proposto una riflessione sull’“operatività” dei centri “Stella Maris”, “così importanti per dare accoglienza e occasione di ristoro e d’incontro per la gente di mare”.
“Senza perdere mai di vista le dimensioni della persona nella sua interezza – dal lavoro, alle relazioni familiari e sociali, alla salute, e così via –, non possiamo trascurare – ha precisato – il bisogno fondamentale, quello di Dio, che noi siamo chiamati in modo speciale a raccogliere. Non c’è da operare separazioni, ma il cuore di tutte le forme di prossimità e di cura delle persone è l’annuncio e la testimonianza della parola e della presenza salvante di Gesù”. Infine, un richiamo all’Anno della fede e agli Orientamenti pastorali per il decennio. “Mentre sentiamo di doverci porre in atteggiamento di disponibilità a riscoprire il valore e la qualità della nostra fede, insieme all’entusiasmo per annunciarla e testimoniarla, particolarmente a chi ha smarrito il collegamento con le proprie radici battesimali, avvertiamo con non minore urgenza – ha sottolineato mons. Crociata – quel compito educativo che i vescovi italiani hanno posto al centro della loro missione pastorale in questo decennio. Ed è ben logico e vero che quella fede vissuta, annunciata e testimoniata sia poi anche accompagnata in chi, giovane o meno giovane, la abbraccia e muove i primi passi per la sua più piena acquisizione o riappropriazione”. (SIR)