Immigrazione: percorsi per creare “comunità”

Firenze – L’espressione “Io non sono razzista, ma…” appare più lontana dopo il convegno “Integrazione. Comunità ad alta risoluzione” di venerdì scorso a Firenze. Gremita la sala Teatina del Centro internazionale studenti Giorgio La Pira per l’incontro organizzato insieme a Prefettura di Firenze, Regione Toscana, Cesvot, Fondazione Carlo Marchi, mondo della scuola. Nell’occasione Maurizio Certini, Direttore del Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira, ha rilevato gli aspetti positivi di un percorso riconosciuto dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno, finanziato con il fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi. I progetti, dipanati in tutto l’anno ed aventi partner quali Consorzio sociale Polis, Polo Lionello Bonfanti (Loppiano), Fondazione Spazio Reale ed altri, si sono rivolti a volontari di associazioni che operano nell’ambito dell’accoglienza agli immigrati (fornendo loro efficaci strumenti per un adeguato approccio socioculturale) e sviluppando diverse prospettive didattico – culturali come insegnamento

della lingua italiana e sostegno per l’apprendimento della matematica. Negli incontri rivolti ai partecipanti si sono, inoltre, approfonditi temi riguardanti il panorama regionale delle migrazioni, le motivazioni che spingono i migranti a scegliere l’Italia e la Toscana, le linee guida della legislazione italiana e regionale in materia. Ai momenti di lezione si sono associati spazi dedicati al lavoro di gruppo e confronto.
Indubbiamente, il dialogo e la collaborazione istaurati hanno condotto ad un approfondimento ed ad una conoscenza reciproca non solo dei partecipanti, ma anche di ciascuna associazione rappresentata.
A far da cornice all’iniziativa, le “profetiche riflessioni” di Giorgio La Pira che già nell’epoca dello scoppio della seconda guerra mondiale (1939) individuava i percorsi per giungere a quell’integrazione che genera la società umana e crea la comunità”. Dalla visione di carità di La Pira ha preso le mosse la prolusione di monsignor Giancarlo Perego, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, il quale ha messo in luce quanto la Chiesa Cattolica sia vicina al mondo dell’immigrazione.
“Occorre coniugare integrazione con globalizzazione e ridare nuovo significato alla parola “cittadinanza” ripensando la cittadinanza a livello europeo e globale”. Questa la prospettiva proposta da mons. Perego il quale nel descrivere la “storia di mobilità” delle 198 nazionalità diverse presenti sul territorio italiano non ha potuto fare a meno di evidenziare quanto gli stranieri rappresentino una risorsa in quanto rivitalizzano dimensioni quali famiglia, Chiesa, scuola, lavoro.
In scia con le riflessioni di mons. Perego quelle di Marcella Marchese, della
Prefettura di Firenze, tese a mostrare quanto le istituzioni tendano ad applicare i principi fondamentali della Costituzione italiana ed in modo particolare gli articoli 3, 8 e 10. Degne di nota anche le considerazioni di Piero Tani (Fondazione Carlo Marchi) e Alessandro Martini, Caritas Diocesana.
Apprezzamenti per la fase conclusiva dei percorsi messi in atto nel 2011/2012 con l’ausilio dei partnership e che hanno interessato una vasta platea a livello locale non sono mancati neppure da parte di don Giovanni Momigli, Direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e della Fondazione Spazio Reale.
“Questo percorso – sono state le osservazioni di don Momigli – rientra nella missione propria di Spazio Reale e cioè creare condizioni e fornire gli strumenti che favoriscono l’incontro ed il dialogo. In fin dei conti, il progetto “transiti culturali” vuol dire che i rapporti culturali non sono univoci, ma dialogici con tutti e gli stessi corsi ha dimostrato come da parte degli stranieri presenti sul territorio ci sia non solo il bisogno, ma anche il desiderio di interagire e, quindi, di conoscere a partire dalla lingua”. (Toscana Oggi)