Il sogno degli immigrati statunitensi

Washington – Un’opportunità per giungere a una definitiva riforma del sistema immigratorio negli Stati Uniti: è favorevole l’accoglienza che i vescovi hanno dato al provvedimento preso dal Governo, con il quale si intende concedere il permesso di lavoro rinnovabile a 800.000 figli di immigrati irregolari con particolari requisiti. Si tratta di giovani che sono giunti nel Paese prima dei sedici anni di età, che hanno meno di trent’anni e che sono rimasti per almeno cinque all’interno del territorio nazionale. Inoltre devono aver conseguito il diploma in una scuola superiore o aver prestato servizio militare. A completare i requisiti vi deve essere anche l’assenza di reati penali. Per tutti coloro che li possiedono è prevista la concessione di un permesso di lavoro valido per due anni e rinnovabile senza limiti, evitando così l’espulsione forzata.

In una nota della Conferenza episcopale — a firma dell’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez, che presiede il Comitato sull’immigrazione — si sottolinea che quella intrapresa dall’amministrazione Obama rappresenta “un’azione significativa che consente di dare una protezione legale e il permesso di lavoro a un gruppo vulnerabile di immigrati che meritano di restare nel Paese e di contribuire con i loro talenti all’interno delle nostre comunità”.
L’episcopato apprezza dunque l’iniziativa, ricordando tuttavia la necessità di giungere in tempi rapidi a una complessiva e definitiva riforma del sistema immigratorio. Al Congresso di Washington è attesa in particolare l’approvazione del “Dream Act”, un disegno di legge con il quale si vuole offrire a migliaia di giovani immigrati irregolari, assieme alle loro famiglie, la possibilità di ottenere il permesso di residenza permanente e iniziare il processo di attribuzione della cittadinanza. Nella nota si puntualizza che l’azione del presidente “non sostituisce” la necessità “di approvare il Dream Act”. Perciò i vescovi “incoraggiano i rappresentanti di entrambe le parti politiche a cogliere l’opportunità di lavorare insieme per l’approvazione di questa importante legge, che darebbe ai giovani la possibilità di ottenere la cittadinanza” e “rinnovano anche l’appello per una inclusiva e compassionevole riforma del sistema immigratorio”.
La nuova legge federale sull’immigrazione è pertanto al centro delle priorità per il Paese indicate dall’episcopato. In un altro intervento l’arcivescovo di Los Angeles aveva infatti dichiarato che la mancata attuazione della nuova legge provoca il moltiplicarsi di regolamentazioni da parte delle autorità locali molto severe in materia. I “giri di vite” sugli ingressi e sulla permanenza degli immigrati sul territorio statunitense hanno peraltro diretta conseguenza sull’unità dei nuclei familiari. La questione dei ricongiungimenti familiari è infatti una di quelle maggiormente avvertite dall’opinione pubblica, in particolare da quella ispanica; questa comunità rappresenta la maggioranza della popolazione immigrata. La riforma — come auspicato più volte dagli stessi vescovi — agevolerebbe anche i ricongiungimenti familiari, restituendo alle persone l’affetto dei propri cari.
Nei mesi scorsi, il card. Roger Michael Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, intervenendo a una conferenza presso l’Association of Catholic Colleges and Universities, aveva esortato i giovani a mobilitarsi per l’approvazione del “Dream Act”. In particolare, il porporato ha espresso l’auspicio che proprio dai giovani possa scaturire quella forza che consenta una riforma del sistema migratorio nel Paese. “I giovani hanno capito — ha sottolineato — e sono quelli che faranno sì che questo cambiamento avvenga”. (Osservatore Romano)