Benedetto XVI: rispettare i diritti dei rifugiati

Città del Vaticano – Ricorre mercoledì prossimo, 20 giugno, la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite. Essa vuole “attirare l’attenzione della comunità internazionale sulle condizioni di tante persone, specialmente famiglie, costrette a fuggire dalle proprie terre, perché minacciate dai conflitti armati e da gravi forme di violenza”.

 Lo ha ricordato ieri Papa Benedetto XVI dopo la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza San Pietro.
Per questi “fratelli e sorelle così provati” papa Ratzinger assicura “la preghiera e la costante sollecitudine della Santa Sede” e auspica che i “loro diritti siano sempre rispettati e che possano presto ricongiungersi con i propri cari”.
Sulla Giornata è intervenuta, nei giorni scorsi, la Commissione CEI per le Migrazioni sottolineando che l’Italia ha vissuto lo scorso anno “il drammatico esodo dal Nord Africa, che ha coinvolto, però, persone di diversi altri Paesi africani e asiatici. L’esperienza ha dimostrato la necessità – si legge in una nota diffusa dalla Migrantes – di un piano europeo, oltre che nazionale, che garantisca l’esigibilità del diritto d’asilo, ma anche l’organicità di un’accoglienza che si trasformi in una forma di protezione internazionale. L’Italia da Paese di passaggio per i rifugiati – che per tanti anni la Migrantes ha gestito con il Centro romano di Via delle Zoccolette – si è trasformato in Paese anche di residenza dei richiedenti asilo e rifugiati (oltre 50.000)”.
Per questa ragione, la tutela dei richiedenti asilo e rifugiati – secondo i vescovi – “non può essere legata alla provvisorietà dei proventi dell’8 per mille destinati dai cittadini allo Stato o alle risorse della Protezione civile nell’emergenza, ma deve prevedere un fondo strutturale che valorizzi anche, e in maniera sussidiaria, la rete dei servizi che il mondo ecclesiale, associativo, cooperativo e del volontariato ha creato in questi anni. Senza un piano, ogni sbarco – spiegano – rischia di diventare un’emergenza e non aiutare l’opinione pubblica a leggere correttamente un fenomeno, quello dei richiedenti asilo, generato da 23 guerre in atto nel mondo e dalle molte persecuzioni politiche e religiose che coinvolgono ancora purtroppo oltre il 70% della popolazione mondiale: in Mali come nel Sudan e in Nigeria, come dimostrano i fatti drammatici di questi giorni”. (R. Iaria)