Milano: il Comune prepara il nuovo piano nomadi

Milano – Tra 15 giorni il Comune di Milano presenterà il suo piano nomadi. L’assessore Pierfrancesco Majorino ieri nell’ambito del convegno “Rom e sinti un’indagine nazionale” che si è svolto in Triennale ha spiegato quali saranno le linee guida dell’amministrazione per i prossimi quattro anni. Si parte da una rivoluzione lin¬guistica e culturale: basta con gli sgomberi e i proclami che hanno caratterizzato l’amministrazione di centrodestra, sì ad una scelta di principio. “Si tratta di popoli e di culture che vanno rispettate: non siamo di fronte ad un problema di ordine pubblico – ha esordito – o compassionevole”. Vanno costruite delle politiche concrete, ha ammesso Majorino rispondendo a don Virginio Colmegna che lunedì, nella prima giornata del convegno nel corso della quale è stata presentata l’indagine sulle condizioni di vista dei nomadi in Italia, aveva lanciato un appello al Comune affinché delineasse una strategia dopo mesi di incertezze. Legate soprattutto allo stop da parte del Consiglio di stato al piano Maroni (e ai prefetti-commissari) e dei fondi ad esso legati. Per Milano cinque milioni di euro “bloccati” che adesso però sono stati di nuovo messi a disposizione.

 
Palazzo Marino, alle prese proprio in questi giorni con i delicati equilibri di bilancio, non nasconde che la questione economica sia prioritaria: “Bisogna ragionare con i fondi realmente presenti” ha detto Majorino. La parola d’ordine è dire basta alle discriminazioni cercando di lavorare su programmi di inclusione legati soprattutto alla casa, con informazioni concrete su come mettersi in lista per quelle popolari, “senza quote protette”, dall’inserimento scolastico dei minori al problema del lavoro con interventi per favorire la nascita di cooperative. “Il primo passo del piano sarà il censimento delle popolazioni rom e sinti presenti a Milano – ha spiegato Majorino –, tutti gli interventi saranno decisi indipendentemente dalla regolarità o irregolarità del campo, ma guardando ai bisogni della persona”. Il superamento della logica dei campi sarà possibile sono a lungo termine, verranno incentivate esperienze di autocostruzione e di recupero di alcune cascine. Il tutto in collaborazione con il terzo settore e soprattutto con la Casa della Carità che del 2005 è in prima fila nell’assistenza ai nomadi. A tutt’oggi segue 250 persone provenienti da Triboniano ed è riuscita a far raggiungere l’autonomia lavorativa e abitativa a 57 famiglie. (Avvenire Milano)