Il nuovo circo che si fa teatro

Cuneo – Una discarica come scenografia, corpi umani che danzano tra i rifiuti sulle note trascinanti di musiche balcaniche e poi saltano, volteggiano e si assemblano con un solo guizzo, uno sopra l’altro, per dare forma a un sogno ‘proibito’: un tetto dove poter vivere.

 
Ecco come gli ‘scarti della società’, gli abbandonati dal mondo, cercano di dare senso alla propria vita, partendo dall’unica cosa che possiedono: se stessi. Casa dolce casa è uno degli spettacoli a tema sociale di ‘Mirabilia’, sesta edizione del Festival Culturale Europeo che ha aperto la scena a Fossano (Cuneo). Qui, fino a domenica, il circo si fa teatro, e vive dentro la città, nelle strade e negli spazi urbani nei quali è più facile incontrare gente. Qui, in un paese a forma di croce dove è impossibile perdersi, si racconta anche questa tenera storia di amici clochard che sopravvivono alle condizioni più estreme ma sanno far rinascere la speranza. Gli attori sono straordinari acrobati russi, rumeni, ungheresi e italiani, artefici di uno spettacolo ‘totale’ capace di mozzare il fiato agli spettatori.
“Si tratta di una festa giocosa piena di simbolismi dove alla fine trionfa la gioia di vivere – spiega Alessandro Serena, direttore artistico della compagnia – perché per noi la morte è una rinascita ed è proprio questo uno dei messaggi che vogliamo dare”. Ma quale altro significato vuole trasmettere Casa dolce casa ?
“I clochard cercano di costruirsi una dimora unendosi, formando piramidi umane: ognuno ha un ruolo ben preciso e nessuno può fare a meno dell’altro nel raggiungimento dell’obiettivo comune”. Un dramma della società attuale, quello degli homeless, diventa però anche un’occasione per ridere e divertirsi, come nella migliore tradizione circense. Cinismo o contraddizione? “Possiamo considerare il circo-teatro come una continuazione della commedia dell’arte, la maschera è come il clown, mette insieme l’aspetto allegro e quello triste dell’uomo, si ride per ciò che è assurdo, in fondo si ride di noi stessi… “sostiene Fabrizio Gavosto, direttore artistico della manifestazione, il cui programma prevede otto rappresentazioni sui temi sociali più disparati o di drammatica attualità: l’amicizia tra adolescenti, la malattia, il disagio degli anziani e il potere che manipola il popolo. Protagonisti, gli allievi della Scuola Nazionale di Circo di Lione, i giovani talenti del Circo d’Europa e artisti di varie compagnie provenienti da Portogallo, Spagna, Corea, Olanda.
Ma in tutto il cartellone forse è proprio Casa dolce casa, che sarà presentato anche al Meeting di Rimini il 24 agosto, lo spettacolo destinato a stupire e a interrogare di più gli spettatori della rassegna.
“Cerchiamo di toccare lo stomaco di un pubblico trasversale, dai nonni ai bambini, dagli industriali alle casalinghe” spiega Alessandro Serena, docente di Storia del Circo all’Università di Milano, uno che la segatura della pista sotto i tendoni l’ha calpestata sin da bambino perché nipote di una leggenda del circo, Moira Orfei, e figlio d’arte: la madre, Loredana, era un’acrobata del Trio Nones. (F. Fulvi – Avvenire)