Card. Vegliò: l’attenzione della Chiesa al popolo della mobilità

Città del Vaticano – I migranti, gli esuli, i profughi e i rifugiati, i nomadi, la gente del circo e dei lunapark, i pescatori e i marittimi, gli addetti ai trasporti aerei e correlati servizi, quanti intraprendono viaggi per motivi di pietà, di studio o di svago, gli addetti a trasporti terrestri ed altre simili categorie”. A queste persone si deve rivolgere la sollecitudine degli incaricati della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Lo ha detto il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti intervenendo al Seminario mondiale dei cappellani aeroportuali e membri delle cappellanie promosso dal dicastero vaticano.
Riflettendo sulla “nuova evangelizzazione nel mondo della mobilità umana”, il porporato ha richiamato l’impegno di annuncio del Vangelo da parte della Chiesa che “per secoli non ha risparmiato forze e mezzi”. Eppure, ha constatato, “ancora oggi ci sono popoli a cui non è arrivato il lieto annuncio” e inoltre “persino ai cristiani, a molti cristiani, occorre ri-annunciare il Vangelo”. È l’impegno richiesto dal Papa per la cosiddetta “nuova evangelizzazione”, che occorre offrire anche negli ambienti dell’aviazione civile, gli aeroporti. Il card. Vegliò ha detto, a questo riguardo, che “l’abbattimento delle frontiere e i nuovi processi di globalizzazione rendono ancora più vicine le persone e i popoli” e ciò avviene largamente tramite gli aeroporti.