Mons. Perego: la debolezza piu’ rischiosa e’ il cedere alle paure

L’immigrazione sta “cambiando” la vita delle citta’, delle famiglie e delle persone, della chiesa. Lo ha detto questa mattina mons. Giancarlo Perego, diretto generale della Fondazione Migrantes, intervenuto al seminario di studio “Leggere l’Italia” promosso dalla Fondazione Fai-Cisl. Per mons. Perego la prima consapevolezza della mobilita’ e’ quelladi “superare l’idea dell’emigrazione e dell’immigrazione” per “approfondire l’idea di una nuova citta’ globale, di una nuova cittadinanza globale. E’ un’idea che non schiaccia la citta’ su meccanismi di protezione identitaria, ma apre la citta’ sull’interpretazione della mobilita’ e come componente che cambia la vita, le relazioni, l’amministrazione”. Per il direttore della Migrantes la prima conseguenza relazionale della mobilita’ e’ quello di “ritornare a mettere al centro la persona, la sua dignita’ prima che la sua appartenenza”. Questo significa “tutela dei diritti prima della tutela della residenza, la tutela della dignita’della persona prima della conoscenza anche della sua identita'”. Per mons. Perego la ” vera sicurezza di una citta’ e’ la relazione e la mediazione con le persone nuove che incrociamo e la storia ci insegna questo”. La “sfida” urgente – ha concluso il direttore Migrantes – e’ quella di “imparare a cinvivere come diversi condividendolo stesso territorio geografico e sociale; imparare a convivere senza distruggerci, senza ghettizzarci, senza disprezzarci, o guardarci in cagnesco e neanche senza tollerarci. La debolezza culturale piu’ rischiosa e’ cedere alle paure”.