Pescara: un “vergognoso” cartellone che alimenta diffidenza e violenze

Pescara – Il 1 maggio scorso, a Pescara, Domenico Rigante veniva ucciso da Massimo Ciarelli, una persona della storica comunità rom pescarese. Le ragioni dell’omicidio sono al vaglio degli inquirenti – vendetta, controllo del territorio.
Ieri, 24 maggio, il rom Pasquale di Giovanni viene denunciato per tentato omicidio di una prostituta nigeriana. In conseguenza di questi fatti, la comunità rom pescarese, presente in un quartiere ghetto della città da quasi sessant’anni, vive barricata e si è alzata la preoccupazione della sicurezza. Nonostante le parole di pace della famiglia Rigante durante la manifestazione pacifica del 6 maggio, cresce la tensione, le provocazioni, che rischiano di alimentare gesti di razzismo se non anche di violenza. L’ultimo atto “vergognoso” e “assurdo” è stato un cartellone di sei metri per tre apparso in città nei giorni scorsi in cui era scritto: “Fuori dalle case popolari rom e delinquenti”. “Questa coniugazione di rom e delinquenti è un atto discriminatorio nei confronti di una parte della popolazione, i rom”, spiega mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes: “alimenta il pregiudizio. Rischia di innescare violenze. Costruisce diffidenza e abbandono scolastico ulteriore, genera rabbia. Quando la politica si serve di slogan ideologici e non affronta i problemi – aggiunge – rischia di alimentare insicurezza e distanze, dividere anziché unire una città. La gente di Pescara, rom e non rom, meritano tutti di essere rispettati. Chi sbaglia paga. Ma a pagare non possono essere gli innocenti, non può essere un popolo, ma la persona colpevole”.