Reggio Calabria: domenica la festa dei popoli

Reggio Calabria – Torna anche quest’anno in primavera, come una esplosione di vita, la Festa dei Popoli, il 27 maggio, domenica di Pentecoste a Reggio Calabria. Già, popoli al plurale, perché anche qui a Reggio Calabria la varietà di lingue, di etnie, di culture, di colori dona alla nostra città un carattere cosmopolita nel senso forte, direi anzi letterale del termine: una città che si riconosce cosmo, quel cosmo in miniatura che in forza dell’immigrazione dai cinque continenti continua a fare ingresso in casa nostra.

A predisporre e gestire la festa sono le missionarie e missionari scalabrianini col gruppo di collaboratori laici che condividono il carisma del Beato Giovanni Battista Scalabrini del servizio ai migranti. Veramente si era pensato di sospendere per quest’anno la festa, data la crisi economica in atto che non consente di spendere un soldo per queste pur legittime iniziative, tanto più che al Centro di ascolto “G. B. Scalabrini”, trasferitosi dall’inizio dell’anno presso la Parrocchia S. Agostino, confluiscono immigrati alle prese con i problemi più acuti di sopravvivenza.
Tuttavia si è deciso di celebrarla ugualmente la festa, benché in forma riduttiva quanto ad apparato esterno; perciò una festa non per l’intera giornata ma concentrata nel pomeriggio, non in piazza Duomo ma in piazza S. Agostino, senza palco, senza luci, senza eccessiva pubblicità; del resto sono gli immigrati stessi a volere a qualunque costo questa giornata e chiedono che mantenga il nome e il carattere di festa.
E questo per un triplice motivo. In primo luogo perché non intendono che la loro vita, per quanto provata, e soprattutto quella dei loro figli, si riduca a un sospiro lamentoso, anche se i tanti guai del momento pungono in profondità più loro che noi italiani. La festa poi è occasione per confrontarsi con quanti condividono la medesima esperienza migratoria, e non mancano fra di loro quelli che, pur fra tante prove, ce l’hanno fatta; cosa che trasmette a chi è ancora in alto mare un supplemento di coraggio per sfidare il futuro. E infine per tutti è di decisiva importanza cogliere le opportune occasioni di incontro e di scambio fra italiani e immigrati, ossia fra chi è reggino da sempre e chi è giunto da lontano, ma rifiuta di sentirsi straniero perché si considera nostro nuovo concittadino a pieno titolo. Non è dunque festa dei soli immigrati, è festa di tutti i cittadini, occasione buona per mostrare reciprocamente il proprio volto, raccontarsi le proprie storie, stringersi la mano non per fredda formalità, ma per dire che le diversità non fanno barriera, sono anzi arricchimento reciproco.
Dalle ore 15 al calare del sole, e forse oltre il tramonto, in piazza S. Agostino si alternano “musiche, canti, danze, colori, folklore” e testimonianze varie dalle varie parti del mondo; salvo l’interruzione di un’ora, verso le 19.00, quando gli immigrati prendono in mano le proprie bandiere e cominciano a sfilare cantando e sbandierando fino a piazza Duomo, per dare senza ostentazioni visibilità alla propria presenza e contagiare della propria allegria la città, rasserenando chi avesse un qualche sospetto che sia giunta tra noi gente strana e forse pericolosa da tenere a debita distanza. Per i cristiani è il progetto evangelico di costituire dei diversi un popolo solo.
Ma c’è qualcosa di più quest’anno per il 27 maggio: sta girando in questi giorni a Reggio Calabria, di parrocchia in parrocchia, la “Madonna del Fiat” (la “Madonna del sì”). Proprio in quei momenti che la gente si predispone a sfilare per le strade della città, giunge in Piazza S. Agostino questa Madonna tanto venerata nel Seminario Arcivescovile Pio XI: sarà bella occasione per accogliere la Madonna con sventolio di fazzoletti e di bandiere. Ma… fra i festeggianti ci sono pure quelli di religione islamica? Al microfono, dopo aver declamato il saluto dell’Angelo a Maria come riportato dal Vangelo di Luca, si faranno risuonare dal Corano (Sura 19) versetti come questo: “O Maria, in verità Dio ti ha prescelta e ti ha purificata e ti ha eletta fra tutte le donne dell’universo”.
Grazie anche a Maria, le distanze fra cristiani e non cristiani si accorciano. (p. B. Mioli, Direttore Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova)