Roma: ieri la festa dei popoli

Roma – La basilica di San Giovanni in Laterano ieri mattina era un arcobaleno di rappresentati delle 150 comunità etniche presenti nella città di Roma che con le loro musiche e parole hanno fatto sentire e apprezzare la loro peculiarità.

 Il vescovo ausiliare mons. Guerino Di Tora ha presieduto l’Eucarestia, attorniato da tanti dei cappellani e dalle autorità civili ed ecclesiastiche che hanno partecipato al rito.
“La diversità, espressione delle diverse culture, razze esprime l’universalità della grazia di Cristo e ci rende capaci di convivere e di arricchirci reciprocamente, formando l’unico popolo dei figli di Dio” ha detto nel corso dell’omelia.
Le nuove generazioni, ha sottolineato mons. Di Tora, contribuiscono ad abbattere differenze e diffidenze inevitabili nell’incontro con culture diverse: “Sono loro la speranza di una globalizzazione umana fatta di persone concrete che, nella quotidianità, vogliono costruire un mondo nuovo e diverso”.
Ospitalità e accoglienza, tema della Festa dei popoli 2012 sono state poi evidenziate dal vescovo “nel duplice aspetto di chi accoglie e di chi è accolto, un equilibrio di giustizia e carità, proclamate dal Vangelo ed insegnate costantemente dal Magistero della Chiesa per salvaguardare le differenti esigenze delle persone coinvolte”.
L’icona dell’ospitalità è perciò un riferimento imprescindibile per il cristiano, un invito per una sempre maggiore umanizzazione, valido per ogni essere umano. Gli stessi vescovi italiani hanno declinato il tema nel documento “Educare alla vita buona del Vangelo”, nelle chiavi dell’incontro e del cammino: il primo crea l’occasione per suscitare “una relazione personale, un’esperienza da condividere, la novità della persona umana” ha sottolineato il vescovo per chi arriva e per chi accoglie. Il secondo, il cammino insieme, dice di un’esperienza graduale certamente, ma profonda e coinvolgente, come capita sempre nelle cose umane e nella formazione della nostra personalità, pur nel mondo globalizzato.
Durante la celebrazione un ricordo di Lê Quyên, rifugiata e operatrice della Caritas di Roma scomparsa recentemente e che ha sempre creduto nella immigrazione come un valore aggiunto per creare una società più aperta e giusta. (G. Beltrami)