Roma – Quali percorsi favoriscono un’efficace integrazione? Quali sono i limiti e le opportunità dei servizi rivolti ai rifugiati? Come migliorare l’impatto dei progetti di accoglienza e integrazione per i rifugiati in Italia?
Da queste domande muove la ricerca sociale del progetto “Le strade dell’Integrazione” promosso dal Consiglio Italiano per i Rifugiati in partenariato con l’Università Sapienza, l’Associazione Xenia e il Comitato Centro Sociale Ex Canapificio.
Finora la letteratura “non dà indicazioni precise e sufficientemente analitiche in merito all’interpretazione del processo di accoglienza e di integrazione dei rifugiati. Lacuna che di fatto – si legge in una nota del CIR – impedisce la comprensione del sistema dei servizi e delle sue effettive potenzialità. Un’analisi puntuale dei risultati a lungo termine permetterebbe non solo di rilevare dati e informazioni in altro modo non reperibili, ma consentirebbe di determinare in modo più appropriato interventi efficaci che evitino sprechi economici e di sistema e che siano, al contrario, orientati – attraverso specifiche direttive e ragionati indicatori – all’individuazione di interventi concreti e fattivi”.
Lo studio pilota – finanziato dal Fondo Europeo per i Rifugiati (AP 2010 Azione 2.1.A) – si sviluppa su 7 territori contrassegnati da specifiche caratteristiche e rappresentativi del sistema asilo a livello nazionale: Torino, Bologna, Roma, Caserta, Lecce, Badolato (CZ) e Catania.
La ricerca descrittivo–esplorativa è articolata attraverso diversi strumenti metodologici: questionari semi-strutturati, interviste in profondità, focus group. Lo studio intende indagare la condizione lavorativa, abitativa, formativa, relazionale e lo stato di salute delle persone in protezione internazionale. Inoltre prevede due focus tematici: l’analisi della dimensione del lavoro nero e delle condizioni di accoglienze informali.