Roma – Pubblichiamo il testo della presentazione dell’audiolibro “Non mi vedrete morire” pronunciata questa mattina da mons. Bruno Schettino, Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes
Desidero con molto piacere presentare a voi tutti il libro + CD “Non mi vedrete morire”, una breve biografia del Beato Zeffirino Jiménez Malla, edito dalla Libreria S. Paolo con la prefazione di Susanna Tamaro, con il canto finale di Fabrizio De André: KhoraKhané.
E’ un testo agile, di facile e piacevole lettura che ci introduce in un mondo tante volte sconosciuto ai più.
E’ la vita di un gitano che inizia nel lontano 1861 e termina in un modo tragico il 1936. Zeffirino il 4 maggio del 1997 viene proclamato beato dal Papa anche Lui beato, Giovanni Paolo II, primo nomade nella storia della Chiesa.
E’ da mettere in evidenza quanto è espresso nel capitolo V della Costituzione Conciliare sulla Chiesa quando parla della universale vocazione alla santità nella Chiesa. “Il Signore Gesù, maestro e modello divino di ogni perfezione, a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita, di cui egli stesso è l’autore e il perfezionatore: :”Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste” (Mt 5,48)…
E’ chiaro dunque a tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità”(LG, 40).
Il testo presenta El Pelè distinto e compito, nel portamento e nei rapporti umani. Era molto amabile e sempre sorridente. Per sua natura doveva farsi forza per mostrarsi severo. Tra i Kalòs era come un sindaco.
Sua moglie Teresa era piccola e bruna. Si presentava agli altri con orecchini d’oro, in testa tra i capelli dei pettini di vari colori ornati di pietre, con anelli alle dita e scialli di Manila sulle spalle.
Si erano sposati a 18 anni nel 1879 con rito gitano e nel 1912 con rito cattolico. Dopo una vita di girovago incominciò a vendere ceste di vimini in Aragona e Catalogna. In seguito divenne commerciante di cavalli, muli ed asini. La sua patria divenne per lo più Barbastro.
Pelé era amico dei poveri e ad essi offriva con generosità i suoi risparmi.
Si racconta con ammirazione un episodio di grande bontà.
Don Rafael Jordan , già sindaco di Barbastro, affetto da tubercolosi, ebbe uno sbocco di sangue, per cui fuggirono impauriti i vicini. Andò ad inzuppare il fazzoletto alla vasca e pulì il volto.
Il fratello Don Simon, grato, invitò Zeffirino a recarsi in Francia a comprare un vagone di mule, che il governo francese, finita la guerra, vendette. Vendette le mule, i cavalli e si arricchì, per cui comprò casa.
Il 4 dicembre del 1922 morì la moglie Teresa, ed ebbe il conforto della nipote Pepita.
Questa si sposò con il rito cattolico e nacque dal matrimonio Maruja.
Zeffirino pregava nel silenzio della sua vita col santo Rosario. Frequentava la Chiesa, testimoniava la sua grande fede, era iscritto alla Confraternita di S. Vincenzo.
El Pelé portava nelle processioni un cero grosso ed era visibilmente devoto ed appassionato per le liturgie.
La sua sofferenza fu grande, quando fu accusato di furto di mule, per cui subì due mesi di detenzione ed ebbe la libertà provvisoria dietro pagamento di 1500 pesetas.
Di lui ebbe grande stima il professore Don Nicolas Santos de Otto, che lo aiutò nei momenti di sofferenza. Intanto nel 1936 scoppiò la guerra civile, per difendere la innocenza di un sacerdote, fu preso e messo in carcere. La Pepita andò ogni giorno a portare cibo allo zio, che era sempre sereno e rassegnato, dedito alla preghiera del Rosario. Da persone care fu pregato di non mostrare il rosari, ma i miliziani prelevarono Zeffirino dal carcere e lo fucilarono nel cimitero.
Questo avvenne non perché era gitano, ma perché credente e cattolico.
Las Migrantes, in questo anno 2011, ricordando il 150° anniversario della nascita e il 75° del martirio del Beato Zeffirino Jiménez Malla, desidera testimoniare la benevolenza ai Rom e ai Sinti, perché fanno parte del suo lavoro pastorale e dell’affezione ai poveri e agli ultimi.
+ Bruno Schettino
Arcivescovo