Roma – “A parole ci sentiamo tutti buoni, tolleranti, democratici. Firmiamo appelli, sottoscriviamo manifesti, ci battiamo per le cause dei più deboli ma poi, appena finita l’emergenza, torniamo alla nostra vita piena di paure, di pregiudizi, di catene. Zefferino non era così, non aveva due facce”. E’ quanto scrive la scrittrice Susanna Tamaro nella presentazione dell’audiolibro “Non mi vedrete morire”, realizzato dalla Caritas Italiana, dalla Migrantes e dal Centro Europeo Risorse Umane sulla figura del primo beato gitano della storia della Chiesa, Zefferino Jimenez Malla.
Questa “nobile figura di zingaro – spiega la Tamaro – che cercò per tutta la vita di promuovere la pace e la concordia tra il suo popolo e i vicini, può sembrare inattuale e utopistica. Eppure è proprio questo gigante buono, questo zingaro incapace di diffidenza e di pregiudizi a mostrarci la via verso la vera libertà, per spezzare le catene del risentimento e della rivendicazione che sembrano ormai avvolgere i nostri giorni”.
L’audiolibro “Non mi vedrete morire” racconta, attraverso alcune tra le più significative testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, la vita di Zeffirino Jimenez Malla, un uomo di etnia rom, vissuto nel secolo scorso in Spagna e brutalmente fucilato, durante la guerra civile, per aver preso le difese di un sacerdote mentre cercava di fuggire alla cattura. Un’odissea la sua vita, costellata da alterne vicende e fortune, ma sempre caratterizzata nel suo agire quotidiano da una fede cristiana semplice e limpida che ha illuminato ogni suo passo, specie in favore dei poveri e sofferenti. Nel 1997 Giovanni Paolo II lo proclama Beato e Patrono di tutti i gitani.