La Santa Sede diventa membro dell’OIM

Città del Vaticano – Da ieri la Santa Sede fa parte dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni come Stato membro. La richiesta da parte Vaticana è stata accolta – informa la Radio Vaticana – dagli Stati aderenti all’organismo internazionale con sede a Ginevra, durante la sessione plenaria. “In questo momento, mentre vediamo nel mondo un continuo crescere di migranti, di rifugiati, di gente in movimento per varie ragioni – ha detto all’emittente mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio ONU di Ginevra – è importante essere presenti e partecipare agli sforzi della Comunità internazionale per apportare qualcosa di specifico, tipico della Santa Sede: una voce etica che dia una interpretazione di queste nuove situazioni. Abbiamo, per esempio, tante persone che muoiono nel tentativo di scappare dal loro Paese, dall’Africa del Nord verso l’Europa, dall’Africa attraverso il Mar Rosso verso lo Yemen… E’ importante, dunque – ha aggiunto – che la Santa Sede abbia deciso di entrare a far parte, in maniera piena, di questa Organizzazione proprio per sottolineare la sua partecipazione a questo fenomeno di grandissimo rilievo e che, nonostante la crisi economica, si prevede continuerà a crescere”.

 
“Le organizzazioni cattoliche – ha spiegato mons. Tomasi – servono veramente con generosità tutte le persone, indipendentemente dalla loro fede religiosa, dal loro colore, dalla loro situazione legale. E’ la persona umana, è la dignità della persona umana che conta e che spesso è messa a rischio, appunto, nelle situazioni di marginalità che vengono a crearsi nel movimento da un Paese all’altro, per queste persone che cercano lavoro o che cercano una forma nuova di sopravvivenza”. Come Santa Sede “possiamo portare, anzitutto, una nostra lettura etica di questo fenomeno che va a beneficio della difesa della persona umana e della sua dignità. Secondo, vogliamo collaborare a livello operativo attraverso la rete delle organizzazioni cattoliche che sono già impegnate nel campo delle migrazioni. In terzo luogo, vogliamo dare un servizio secondo coscienza: in questa maniera, rispettando le nostre convinzioni e i nostri principi, facciamo in modo che vi sia davvero un contesto democratico dentro cui i servizi sociali vengono offerti alle persone che ne hanno bisogno.