Roma – Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati presenta il 5 Dicembre a Roma il Rapporto Sprar 2010/2011, realizzato da Cittalia. La sede dell’evento sarà la Sala Loyola di Roma Eventi (Piazza della Pilotta 4).
Nella rete dello Sprar sono coinvolti 128 enti locali e 151 progetti territoriali di accoglienza, con 3 mila posti disponibili (di cui 450 per casi vulnerabili e 50 per persone con disagio mentale), con oltre 200 realtà operanti nel mondo del terzo settore.
Parteciperanno alla giornata il capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno Angela Pria, il sindaco di Padova e delegato Anci all’immigrazione Flavio Zanonato, la direttrice del Servizio centrale dello Sprar Daniela Di Capua e il responsabile area welfare, scuola e immigrazione dell’Anci Luca Pacini. Invitati a partecipare anche il Capo del Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri Franco Gabrielli e il delegato regionale di Unhcr per il Sud Europa Laurens Jolles.
Il rapporto si articola in due focus tematici dedicati rispettivamente alla rete dello Sprar a livello regionale e ad un confronto tra lo Sprar e i sistemi di accoglienza europei. A livello regionale i dati ci dicono che è il Lazio la regione del Centro Italia che ha accolto il maggior numero di persone nel 2010 quasi il 58 per cento, mentre per il Sud e le isole è la Sicilia con il 46,2 per cento la regione che ha accolto il maggior numero di beneficiari della rete Sprar. Al nord invece sono il Piemonte e la Liguria le regioni che hanno accolto il maggior numero di persone, con dati che si attestano rispettivamente sul 23 e sul 20 per cento.
Messo a confronto con i sistemi europei di accoglienza, quello italiano risulta per molti aspetti più efficace ed originale. L’elemento distintivo del sistema di accoglienza integrata italiano è rappresentato dal coinvolgimento del mondo del terzo settore. La diffusione capillare sul territorio nazionale dei posti di accoglienza rappresenta un altro elemento importante perché ha favorito nel tempo la costituzione di reti territoriali e l’avvio di rapporti interistituzionali. Il sistema dello Sprar punta soprattutto a rafforzare la cultura dell’accoglienza attraverso il coinvolgimento attivo di enti locali ed operatori del terzo settore attraverso la “presa in carico globale”dei soggetti accolti.