Strasburgo – “Il 2011 detiene un triste record, quello dell’anno in cui si è registrato il maggior numero di vittime per i boat people: 1971 persone provenienti dal Nord Africa hanno infatti trovato la morte quest’anno nel Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee”. Lo ha detto la relatrice dell’Apce Tineke Strik al termine di un’audizione sulla questione organizzata dalla Commissione Migrazioni dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
“Proprio nel momento in cui il Mediterraneo non è mai stato così sorvegliato come quest’anno a causa della guerra in Libia, un numero senza precedenti di boat people ha perso la vita o è scomparso”, ha aggiunto la relatrice.
“La definizione di una ‘situazione di emergenza’ è la stessa per tutti? È chiaro quale sia il quadro giuridico applicabile e da parte di chi? Tutte le imbarcazioni, anche quelle da guerra, devono effettuare operazioni di salvataggio anche se si trovano al di fuori delle zone di ricerca e di salvataggio stabilite? Dove inizia la responsabilità giuridica e dove finisce la responsabilità politica? Ecco alcune delle questioni che stiamo attualmente cercando di chiarire”, ha dichiarato la relatrice.
Il rapporto della Strik verterà su un incidente segnalato nel mese di marzo di quest’anno, nel corso del quale 63 boat people in fuga dalla Libia sono morti dopo che le loro richieste di aiuto sembrerebbero essere state ignorate. “Le dichiarazioni dei sopravvissuti all’incidente sono coerenti, ma dobbiamo continuare a mettere insieme informazioni e dati aggiuntivi per sapere esattamente chi era presente nella zona e in quale momento, e ora ci aspettiamo che la Nato e l’UE provvedano a trasmetterci immagini satellitari e altre informazioni utili”, ha concluso Strik.