Evangelizzazione ed Europa: a Roma il seminario del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa

Roma – “La nuova evangelizzazione avviene in un mondo che cambia. Nei nostri giorni dobbiamo parlare di Dio in un contesto spesso indifferente e talvolta ostile”. Si è aperto con questa constatazione questa mattina a Roma il seminario sull’Europa e la Nuova Evangelizzazione promosso dal Consiglio delle Conferenza Episcopali d’Europa per fare memoria dei “quarant’anni di attività a servizio della comunione tra i vescovi in Europa”. Ad esprimerla è stato il Cardinale Segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, che portando i suoi saluti ai partecipanti ha chiesto di non perdere la “fiducia in Dio e nella sua Parola” e di vivere l’evangelizzazione in Europa con un “sano realismo che chiede di riconoscere gli ostacoli, di cercare di smontare i pregiudizi, di preparare quanto meglio possibile il terreno prima di gettare il seme del Vangelo”.

 
“Nell’Europa di oggi – ha aggiunto il segretario di Stato – è sempre più difficile distinguere tra verità, errori e menzogne. Un certo pluralismo non vuole permettere che si distingua tra il bene e il male. Accanto ad una sana laicità è presente un laicismo intollerante. Il principio della non discriminazione spesso viene abusato come arma nel conflitto dei diritti per costruire una dittatura del relativismo che tende ad escludere Dio, la dimensione comunitaria e pubblica della fede o la presenza di simboli religiosi”.
Il Card. Bertone ha parlato di un contesto culturale europeo spesso “in aperto conflitto con i valori cristiani tradizionali: contro il matrimonio tra un uomo e una donna, contro la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”. Stiamo quindi assistendo, a parere del cardinale, ad una vera e propria “evoluzione critica e a volte anche drammatica, dell’esperienza religiosa”. Ma se da un lato si registra una sorta di “erosione culturale e sociale dei valori tradizioni”, dall’altra “siamo stati anche testimoni di una inedita ricerca personale, a tratti disorientata, della presenza di Dio, specialmente tra i giovani”. Nel suo intervento, il segretario di Stato ha fatto anche riferimento alla crisi economica che – ha detto – “pone in evidenza l’insostenibilità di un mercato totalmente autoreferenziale e, mentre solleva nuove questioni circa la responsabilità e l’etica dei processi finanziari, ripresenta con stringente attualità una domanda fondamentale di senso circa il destino, la dignità e la vocazione spirituale della persona umana”.
“La Chiesa – ha concluso Bertone – intende cogliere positivamente questa sfida, offrendo alla società intera nuove vie di incontro e di dialogo a partire dal Vangelo. Pertanto, la nuova evangelizzazione non è solo un ‘correre ai ripari’, ma una ‘nuova primavera’; un mezzo per valorizzare i nuovi germogli che spuntano in un bosco antico”.
“Il fatto che nell’Europa di oggi, i casi di persecuzione non siano così clamorosi come in altri continenti, non ci deve comunque far dimenticare che anche nelle società europee esistono veri casi di discriminazione”, ha spiegato il Card. PéterErdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest nonché presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europei: “siamo qui riuniti – ha detto l’arcivescovo – in un momento in cui la situazione economica di tanti paesi europei è segnata da una grave crisi. Questo ha conseguenze molto serie per la vita della società e del singolo. Ancora più profonda e insidiosa è, però, la crisi etica e antropologica che si annida specialmente nella vita delle famiglie, nelle strutture educative, nei mezzi di comunicazione sociale”.
Nel suo intervento l’arcivescovo ha fatto riferimento ai casi riportati dall’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. Ed ha posto questo interrogativo: “Siamo in un mondo molto secolarizzato e, paradossalmente, assetato di Dio e del senso della vita – come fare per portare l’annuncio di Cristo a chi sembra non esserne più interessato?”.
La risposta è un invito: “Non ci deve inibire – ha osservato il Cardinale – il fatto che in Europa ci troviamo, spesso, in un ambiente poco accogliente della proposta cristiana. Si è visto nella storia che coloro che sono stati maggiormente perseguitati sono anche quelli che hanno testimoniato una più grande fiducia nel Signore. Non hanno aspettato che le circostanze fossero più favorevoli per iniziare a lavorare nell’opera dell’evangelizzazione. Sono, in effetti, tanti i testimoni, sia nell’Est che nell’Occidente, che hanno già intrapreso l’opera della Nuova Evangelizzazione con grande entusiasmo. E vediamo che Dio non manca mai con i suoi doni e carismi”. (SIR)