Toronto: il futuro delle associazioni venete in Canada

Toronto – Il convegno dei “Giovani corregionali del Nordamerica” è stata l’occasione per parlare del futuro delle associazioni che si dedicano ai migranti. Dal 21 al 23 ottobre si sono ritrovati all’hotel Hyatt Regency di Toronto tutti e sei gli organismi del Friuli Venezia Giulia: “Ente Friuli nel Mondo”, “Ente Friulano Assistenza Sociale e Culturale Emigranti” (Efasce), “Unione Emigrati Sloveni”, “Ente regionale Acli per i problemi dei lavoratori emigranti” (Eraple), “Associazione Lavoratori Emigrati del Ffg” (Alef) e “Associazione Giuliani nel mondo”.

 
Business e comunicazione sembrano essere le vie maestre per sostenere una nuova progettazione di medio-lungo termine. L’idea di creare dei legami commerciali con i Fogolars e Fameis Furlanis del Canada, vere e proprie imprese che lavorano sul territorio estero, trova parere positivo dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna. “Noi troviamo oggi questi club come comunità evolute verso il business, cioè hanno saputo trarre dalla propria identità la possibilità del profitto – spiega l’assessore – Io credo che questa fase non sia ancora stata colta completamente come opportunità per la promozione della nostra Regione attraverso il cosiddetto ‘business to business’ (commercio tra aziende o B2B, ndr)”.
“Siamo ancorati all’idea socio-culturale, ma in una società globalizzata è necessario questo processo, altrimenti si va incontro ad un lento declino – prosegue De Anna – Abbiamo un disegno di legge, che ha come primo firmatario il consigliere regionale Roberto Asquini e presente al convegno di Toronto, che prevede dei punti vendita dei prodotti italiani con il marchio della Regione”.
Pietro Pittaro, presidente di “Ente Friuli nel Mondo”, ha parole di elogio per la tre giorni di convegno a Toronto. “Mi ha entusiasmato la presenza di tanti giovani, ma questo deve essere solo l’inizio di una programmazione – commenta Pittaro – I suggerimenti dei relatori sono molto importanti: il messaggio è aver fiducia in sé stessi, la strada spianata nel mondo lavorativo non esiste, ma non bisogna mollare”.
“Mi ricollego a quello che diceva Roberto Siagri della Eurotech, la crisi è una svolta, deve essere un motivo in più per rimboccarsi le maniche e lavorare sodo – continua il presidente friulano – Non bisogna aspettare che gli altri risolvano i problemi, ci vuole l’intelligenza e il coraggio di andare avanti. Un aspetto fondamentale è che la scuola deve dare l’istruzione a tutti, perché anche l’operaio lavora molto meglio se ha studiato”.
In molti pensano che sei associazioni regionali sono troppe, a cui si aggiunge la cabina di regia a cui fa capo Elio De Anna, ma la sensazione è che non sia percorribile la strada di un’unificazione. “È difficile pensare che associazioni con origini e storie così diverse possano scomparire – chiarisce De Anna – D’altra parte auspichiamo un coordinamento: la Regione ha una cabina di regia legata a una nuova formulazione di club, nati dal B2B, quindi guarda con un processo di innovazione, di percorso e di prodotto. Il rischio è che questa cabina di regia prenda il sopravvento sulle sei associazioni, cosa che noi non auspichiamo, quindi è necessario che tali organismi pensino a nuove modalità di relazione con i corregionali all’estero”.
Uno dei problemi della Regione Friuli Venezia Giulia è che in questi anni non si è investito abbastanza nella promozione turistica all’estero, dove l’immagine della madrepatria è spesso ancorata al Friuli degli anni ’50, ’60 e ’70, periodo del boom migratorio. “Questo convegno è una prima risposta al problema – afferma l’assessore alla Cultura – Vede, se io fossi un’associazione avrei già fatto questo investimento, ma la Regione non può decidere per tali organismi, che sono autonomi. Oggi è evidente che non possiamo più considerare che l’azione delle associazioni dei corregionali all’estero si fermi al proprio orto, ma c’è bisogno di un’azione di insieme. Comunque mi impegnerò perché si ritaglino degli spazi per la promozione del Fvg nell’ottica dell’internazionalizzazione. Questo è ciò che ci chiedono i corregionali all’estero”.
Pietro Pittaro, dal canto suo, riconosce le difficoltà d’azione del proprio ente. “Noi di ‘Ente Friuli nel Mondo’ non abbiamo le risorse per realizzare grossi progetti – conclude Pittaro – Il nostro ruolo è ‘arare il terreno dove gli altri devono seminare’. L’ambasciatore Andrea Meloni diceva che uno dei compiti del suo organismo è quello di fare da ‘facilitatore’ nei contatti con le imprese. Per noi vale lo stesso concetto”. (Corriere Canadese)