Roma – La Santa Sede ha svolto un ruolo importante per la rinascita dell’Albania, contribuendo a costruire negli ultimi vent’anni “un’era nuova di libertà per un popolo che tanto aveva sofferto”. E’ quanto ha detto ieri mattina il card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, durante la messa per la Nazione albanese, in occasione dei vent’anni dei rapporti diplomatici con la Santa Sede, svoltasi nella Basilica romana di Sant’Anselmo all’Aventino. Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, il Ministro albanese per la cultura e la gioventù, Aldo Bumçi, e l’Ambasciatore presso la Santa Sede, Rrok Logu, con rappresentanti del corpo diplomatico e membri della comunità albanese residente a Roma. Con loro anche il coordinatore nazionale per gli albanesi cattolici in Italia, don Pasquale Ferraro e il Direttore Migrantes del Lazio mons. Pierpaolo Felicolo.
Nell’omelia il cardinale – come riporta l’edizione di oggi dell’Osservatore Romano – ha ricordato che i cristiani di quella terra hanno subito “una delle più feroci persecuzioni della storia”. E proprio “in tale contesto venne a inserirsi la decisione della nuova Albania di stringere dei regolari rapporti diplomatici con la Santa Sede, in vista di una feconda collaborazione tra le parti. Era il 7 settembre 1991”. Infatti, ha ricordato, “ormai non era più sostenibile l’orgoglioso isolamento dell’Albania voluto dal regime comunista. Purtroppo fu un isolamento ideologico che durò per più di quarantacinque anni”. Quindi “per merito di alcuni uomini coraggiosi” il Paese si è lasciato “alle spalle un governo che aveva proclamato l’Albania come ‘il primo Paese ateo del mondo’, distruggendo le chiese dei cristiani e le moschee dei musulmani e tentando di sradicare la fede dal cuore dei credenti. Fu così che vent’anni fa l’Albania si apriva all’Europa e al mondo”.
Il primo passo nelle nuove relazioni diplomatiche è stata, il 22 ottobre 1991, la nomina del primo nunzio apostolico a Tirana, nella persona dell’arcivescovo Ivan Dias, oggi cardinale. “Dopo quasi mezzo secolo di un’immane persecuzione — ha detto il porporato ripreso dal quotidiano vaticano — i cattolici albanesi recuperavano così i loro diritti e si apriva per lo Stato e per la Chiesa un’era di feconda collaborazione, per il bene dell’intera comunità nazionale”. A “suggellare questa svolta fu poi Giovanni Paolo II, recandosi in visita pastorale in Albania il 25 aprile 1993”. Sodano ha poi ricordato di aver personalmente consacrato, come legato pontificio, il 26 gennaio 2002, la nuova cattedrale di San Paolo a Tirana.