Genova – I figli “sono una grande ricchezza” e “la vita fragile è sacra e merita l’attenzione della comunità intera”. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, che ieri pomeriggio ha visitato la comunità dei Nomadi Sinti di Genova Bolzaneto nell’ambito della visita pastorale che sta compiendo nelle parrocchie del vicariato della Valpolcevera.
Il card. Bagnasco ha ascoltato alcune testimonianze dei presenti, poi ha ringraziato i Sinti per l’insegnamento della loro cultura essere per la “cultura occidentale”.
“Nella vostra comunità – ha detto il porporato – i figli sono una grande ricchezza e questo non è scontato. Oggi qui c’è un insegnamento che tutti dovremmo raccogliere ossia che, nonostante le difficoltà materiali, che non sono poche, da voi i figli sono accolti come un grande dono. Oggi invece talvolta, i figli, sono considerati un limite, un peso”.
“Per voi – ha aggiunto il cardinale – la vita in tutte le sue fasi è sacra e merita l’attenzione, non solo dei parenti stretti, ma della comunità intera anche se con grandi sacrifici. Questo è un altro valore che avete radicato ed è un grande messaggio per la cultura occidentale”.
Il card. Bagnasco ha quindi ringraziato i nomadi per l’accoglienza che manifestano nei confronti della vita in tutte le sue fasi, dalla nascita fino alla fine naturale.
“Oggi infatti – ha proseguito – non sempre la vita fragile, ferita, malata, che va verso il cielo, è considerata qualcosa di sacro che merita attenzione, cura e sacrificio da parte di tutti, non solo dei parenti, ma della comunità intera. Di questo vi ringrazio”.
“I vostri – ha precisato – sono valori profondamente umani che noi a volte stiamo perdendo”. In merito alla richiesta dei Sinti di poter trovare un’altra sistemazione abitativa il porporato ha commentato: “Ci auguriamo che troviate un’altra sistemazione ma dovete salvaguardare la vostra unità, che è un valore grande” insieme “al mantenimento della vostra identità” che ha “valori profondi”. Infine, rivolgendosi ai bambini presenti, li ha esortati, “anche quando sarete laureati”, a “non dimenticare mai cosa avete imparato qua” e quindi “a non dimenticare le vostre radici che sono importanti”.
Nel campo di Bolzaneto, aperto nel 1988, vivono circa 140 Sinti italiani, di origine piemontese, tra cui molti bambini.