Reggio Calabria: la fraternità con gli immigrati

Reggio Calabria – La Diocesi di Reggio Calabria, terra già segnata dall’emigrazione ed ora dall’immigrazione, pone in primo piano gli impegni pastorali per l’accoglienza e il dialogo dei fratelli immigrati presenti in gran numero, sia con regolare permesso di soggiorno sia irregolari; impegni che – come riaffermato dal Sinodo diocesano – riguardano la sfera religiosa, ma anche i doveri di giustizia e di solidarietà, il rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona. Sotto certi aspetti il nostro territorio può considerarsi un’isola felice per quanto riguarda la pacifica convivenza con gli stranieri, ma occorre tanta vigilanza, per tenere desta la coscienza morale di fronte a situazioni di sfruttamento, di lavoro nero e di estrema precarietà che possono colpire soprattutto gli irregolari.

 
Le nostre comunità parrocchiali, le aggregazioni ed i gruppi di volontariato sono a disposizione di questi fratelli, con Centri di prima accoglienza e di ascolto, mense di fraternità, scuole di lingua italiana, con lo Sportello Amico per consulenze giuridiche, e con ambulatori medici; la Migrantes ha cominciato a interessarsi in particolare della condizione dei minori stranieri.
Dall’ottobre 2007 ha preso avvio nella diocesi il Servizio Diocesano per il Catecumenato degli adulti e dei ragazzi, rivolto sia agli italiani non battezzati sia agli immigrati.
Alla Parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo in S. Agostino è stata annessa la “Missione con cura d’anime” per i migranti cattolici di ogni etnia, soprattutto per la comunità filippina e la comunità polacca; frequenti e fruttuosi i rapporti anche con la comunità musulmana, a cura soprattutto dell’Ufficio per Ecumenismo e dialogo interreligioso; alla comunità cristiano-ortodossa, la Diocesi ha dato in uso una Chiesa ed è stabile la presenza di un pope rumeno.
Molti i momenti di condivisione e comunione interculturale per favorire il processo d’integrazione, e per essere testimonianza e segno convincente che l’armonioso incontro fra etnie, fedi e tradizioni diverse non solo è possibile ma porta al reciproco arricchimento. (F. Sesti – Calabria Ecclesia Magazine)