Agrigento e Tunisi: due chiese sorelle vicine ai migranti

Lampedusa – “Siamo due pastori che portano la sofferenza della nostra gente, ma anche uomini di speranza che provano a leggere gli avvenimenti con gli occhi di Dio». Con questo spirito l’arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, e quello di Tunisi, Maroun Lahham, si trovano oggi a Lampedusa per la visita, programmata già da molto tempo, in occasione della festa della Madonna di Portosalvo.

 
Per mons. Montenegro “Non so se si può parlare di festa quando c’è il cuore in tempesta. Può essere un momento di preghiera e di riflessione, per tutto quello che è accaduto”.
“Lampedusa chiede che vengano rispettati i propri diritti – aggiunge il vescovo di Agrigento –. Oggi si chiede di sopportare un peso troppo gravoso a chi ha sempre subìto la solitudine. Ammalarsi seriamente a Lampedusa è un problema serio. Non si può infliggere una doppia povertà a chi è già povero”.
In questo clima teso, anche la processione della patrona dell’isola, prevista nel pomeriggio, è in forse, pur essendo un momento molto atteso dai lampedusani. Mons. Lahham, giunto ieri sera sull’isola, terrà, invece, sicuramente il pontificale previsto. “Sono con i lampedusani, capisco la loro sofferenza – ha precisato il presule -, li ringrazio per quello che hanno fatto con la loro straordinaria accoglienza”. Così facendo invita tutti a fare uno sforzo di comprensione nei confronti di sofferenze e difficoltà diverse: “Quello che si sta chiedendo ai lampedusani è più di quello che possono fare – dice Lahham –. Adesso tocca ai politici trovare una soluzione, aiutare l’economia tunisina, perché possano essere creati nuovi posti di lavoro per i nostri giovani. Nessuno parte e rischia la propria vita in mare, se non ha veramente bisogno. L’immigrazione non è più un’emergenza, è un fenomeno normale con cui bisogna convivere”.
Un rapporto di vicinanza, quello della Chiesa di Agrigento e Tunisi, che entrambe hanno deciso di continuare organizzando una visita in Tunisia dei direttori del dipartimento pastorale della diocesi di Agrigento, guidati dal vescovo mons. Montenegro. “È un momento molto particolare per i tunisini, perché sperano nelle prossime elezioni per un futuro migliore, spiega il presule: i giovani vengono qui perché guardano la tv e vedono un’Italia ricca, sperano di stare meglio qui”.
La finalità di tutto ciò è comprendere le diverse storie, le esigenze e i progetti in cantiere.