Per anni insieme agli emigrati italiani. Il ricordo di mons. Ridolfi
Mantova – A 91 anni si è spento, il 12 Maggio 2011, nella Casa “Soggiorno Sereno”, ove ha trascorso i suoi ultimi anni, mons. Bruno Menegardi, presbitero della Chiesa di Mantova.
Ne veniamo a conoscenza con incomprensibile notevole ritardo. Ma dobbiamo fare adeguata memoria di un sacerdote che nel 1958 scelse con spirito missionario di dedicarsi alla assistenza degli emigrati italiani e vi si prodigò fino ad età avanzata.
In Diocesi aveva ricoperto diverse mansioni, tra cui quella di direttore spirituale del Seminario minore e di cappellano degli Istituti Ospedalieri di Mantova.
Vivace come mentalità, pieno di iniziative e sempre insoddisfatto di se stesso alla ricerca di impegni sempre più radicali, accolse la opportunità delle migrazioni italiane alle quali si dedicò in Svizzera (Siebnen di Pfaeffikon dal 1970 al 1973 e poi Sursee dal 1973 al 1975 ) ed in Germania (Rottenburg-Tuebingen). Ma qui rimane appena un anno il 1992 dovendo rientrare in Italia causa malattia). Ma prima ancora e soprattutto in Gran Bretagna dal 1958 al 1969. Qui iniziò con la impegnativa Missione Cattolica Italiana di Nottingham, 1958-1963, che lasciò quando venne nominato Direttore dei missionari italiani in Gran Bretagna ed Irlanda, compito che svolse fino al 1969 per rientrare in Italia per ripartirne ben presto verso la Svizzera e più tardi verso la Germania. Infine fu per molti anni pensionato attivo, in Italia, nella sua Diocesi, continuando anche, finchè la salute glielo ha permesso, diversi ritorni in Inghilterra, veloci e non, come quando accettò per un breve periodo la Missione Cattolica di Wattford e poi di Cheshunt e Bristol.
Come direttore dei missionari, allora una trentina, cercava di seguirli personalmente e di sostenerli. Di indole introspettiva, sempre teso al meglio ed in continua dialettica tra rinnovamento e progresso, a volte prendeva decisioni immediate ed altre volte si mostrava esigente e deciso, nonostante una sua innata timidezza e naturale discrezione. La sua sede di Direzione in Abingdon Villas 48 era sempre aperta e fraternamente accogliente. Quando venne aperto in Londra, St. Charles Square il Centro Giovanile Italiano ebbe una gradita occasione,memore del suo lavoro di oratorio a Mantova, di dedicarsi ai giovani italiani, studenti e non, in Londra coadiuvato da un giovane sacerdote lucchese. Favorì l’informazione soprattutto con il mensile “L’Italiano”, periodico incisivo e molto seguito finchè esigenze finanziarie ed opportunità pastorale non obbligarono ad una fusione con l’altro mensile in Gran Bretagna, “La Voce degli Italiani”, passato dai Comboniani agli Scalabriniani.
In una sua nota degli ultimi tempi ha lasciato scritto: “Signore,mi hai accompagnato nel lungo cammino della mia vita, mi hai donato la Grazia dei sacramenti e del sacerdozio…Ora che la mia vita si spegne fa che l’ultima parola sia per te, o Dio, Padre della mia fugace esistenza. Tu sei l’unico garante della mia vita futura”. A ragione il Vescovo Roberto Busti ha potuto dire nell’omelia:”Il suo sacerdozio è sembrato prendere strade talora avventurose e diverse da quelle percorse normalmente da tutti; credo però,per quel non molto che mi è stato dato di conoscere del suo carattere, non gli sia mai mancato l’entusiasmo per accompagnare con l’annuncio della speranza cristiana le persone che la sua missione gli affidava.”
So che don Bruno ha lasciato anche scritto di non fare elogi funebri, spesso non sinceri. Ma penso non me ne vorrà per questa memoria stesa con sincera amicizia pastorale legata ai tanti anni di comune attività nelle migrazioni anche per doverosa informazione ai molti sacerdoti che con lui hanno collaborato o che lo hanno solamente conosciuto ed apprezzato. (S. Ridolfi)