Dove è significativa la presenza di italiani
Madrid – “La prossima volta a Rio de Janeiro”. E’ in Brasile che papa Benedetto XVI chiama i giovani del mondo per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù. L’appuntamento tra due anni in un Paese del Mondo dove la presenza italiana è molto significativa.
Attualmente, secondo il Rapporto “Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes gli italiani che risiedono in Brasile e che hanno conservato la cittadinanza italiana sono circa 300mila in un paese dove i nostri concittadini hanno avuto un ruolo fondamentale nei processi di modernizzazione partecipando in prima persona allo sviluppo dell’economia d’esportazione, all’industrializzazione, ai processi di politicizzazione e nazionalizzazione delle masse. Il Brasile, spiegano i ricercatori della Fondazione Migrantes nell’ultimo Rapporto, è l’esempio di una grande emigrazione in un grande paese. Le persone di origine italiana sono 25 milioni e di esse 6 milioni sono concentrati nella città di San Paolo, dove rappresentano il 55% degli 11 milioni di residenti: insieme a New York e a Buenos Aires, si tratta perciò dell’area di massima concentrazione italiana all’estero. A San Paolo nel 1888 venne creato il Centro di accoglienza dei migranti, in grado di ospitare da 5 a 8 mila persone: fino al 1978 vi passarono 2,5 milioni di migranti di ben 60 nazionalità diverse.
La nostra emigrazione fu richiamata sul posto per sostituire gli schiavi nelle attività agricole e promuovere l’industrializzazione, diventando superiore a quella di ogni altro gruppo nazionale, tanto che, all’inizio del XX secolo, non era chiaro se a San Paolo la lingua comune fosse il portoghese o uno dei tanti dialetti italiani. Al lavoro agricolo i meridionali preferivano le città, dove svolgevano piccoli mestieri artigianali, più volentieri senza la famiglia, nell’intento di poter guadagnare di più e più velocemente per poi tornare in patria. Non tutti riuscivano ad affermarsi, ma
vi erano anche dei casi clamorosi, gli unici reclamizzati dai subagenti di emigrazione nella loro propaganda, come quello del conte Francisco Matarazzo, partito da Salerno nel 1881, che costituì un impero economico di così straordinaria grandezza da destare stupore al giorno di oggi.
Il beato mons. Giovanni Battista Scalabrini denunciò, fin dal 1880, le condizioni di sfruttamento degli italiani che si dirigevano in Brasile usufruendo del passaggio gratuito, ma solo nel 1920 un decreto del ministro Prinetti vietò il reclutamento con la formula del viaggio pagato.
Attualmente il Brasile, a differenza degli Stati Uniti, non attira più i flussi migratori di una volta.
I giovani brasiliani presenti domenica sulla spianata di Cuatro Vientos a Madrid hanno fatto festa all’annuncio di Benedetto XVI suonando i tamburi e cantando inni, dando appuntamento ai giovani nel mondo a Rio de Janeiro. Una grande occasione per i nostri giovani che avranno la possinbilità di incontrari i tanto giovani, figli di italiani presenti in Brasile. E qui non potrà mancare la festa degli italiani! (Raffaele Iaria)