Roma – Si celebra oggi l’anniversario del disastro di Marcinelle avvenuto la mattina dell’8 agosto 1956 in una miniera di carbone a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio. L’incidente provocò 262 morti su un totale di 274 uomini: nella storia dei minatori italiani emigrati, è la terza più cruenta disgrazia dopo quella di Monongah e di Dawson.
“Ricordare Marcinelle non basta. 980 morti sul lavoro, 775.000 denunce per infortunio, e 42.350 per le malattie professionali nel 2010, reclamano un impegno ben più ampio di una semplice commemorazione” , dice il presidente del patronato Inas Cisl Antonino Sorgi, alla vigilia della tragedia in una miniera del Belgio che, 54 anni fa, uccise 262 lavoratori.
“L’aumento spaventoso delle malattie professionali, le morti bianche che continuano a verificarsi ci costringono a pensare al presente, a tutte le vite in pericolo: a questo deve servire il ricordo – sempre vivo nella nostra memoria – di quanto avvenuto al Bois du Cazier, dove morirono anche 136 italiani, approdati in Belgio per cercare una vita migliore”, continua Sorgi.
“Ciò che è avvenuto a Marcinelle è dunque tragicamente attuale. Per questo oggi – ricorda il presidente del patronato – l’Inas investe sulla prevenzione, con la nascita recente di sportelli specializzati in ogni sede, dedicati all’assistenza e alla tutela di chi è colpito da malattie professionali, ma anche di chi è vittima di infortuni sul lavoro”.