Palermo – Gli ultimi sono arrivati in porto che già albeggiava, su un barcone di legno che solcava il mare calmissimo, scortati dai mezzi della Guardia di finanza e della Guardia costiera. La notte di ieri a Lampedusa è stata di nuovo piena di sbarchi. Quattro arrivi da poco prima di mezzanotte alle sei e mezza del mattino, che hanno tenuto impegnati squadre di soccorso e di volontari sul molo, per un totale di 1.041 persone. Le imbarcazioni erano state avvistate con grande anticipo da un aereo della Guardia di finanza in ricognizione sul Canale di Sicilia. La prima “carretta”, con 158 profughi, è entrata in porto poco prima di mezzanotte. Alle 3.30 lo sbarco più consistente: 340 extracomunitari, compresi 30 donne e 11 bambini. Circa mezz’ora dopo sono arrivati altre 303 migranti, con 42 donne e sei minori. All’alba, infine, mentre il cielo si tingeva di viola, è approdato l’ultimo barcone con 240 profughi, tra i quali 22 donne e quattro bimbi.
Sono stati tutti rifocillati e accompagnati al Centro d’accoglienza dell’isola, tranne un gruppo di minori che è stato trasferito all’ex base Loran. Ma c’è già pronto il traghetto Moby Fantasy, che trasferirà al più presto gli immigrati verso altri centri di accoglienza italiani, in modo da decongestionale le strutture dell’isola, che si trovavano già ad ospitare oltre 700 persone.
«È stata una notte impegnativa, ma gli sbarchi non hanno presentato problemi logistici, perché il mare era calmo e le imbarcazioni in buone condizioni – racconta Andrea Ciocca, coordinatore del Progetto Lampedusa di Medici senza frontiere –. In una barca abbiamo trovato molte bottiglie d’acqua ancora piene, segno che avevano avuto un viaggio diretto, senza perdersi o incontrare difficoltà.
Alcuni ragazzi ci hanno raccontato di essere partiti da Tripoli due giorni prima, vivevano in Libia da uno o due anni, infatti parlavano già l’arabo con dialetto libico. In prevalenza si è trattato di persone provenienti dall’Africa subsahariana, Ghana, Costa d’Avorio, Somalia, Niger, Somalia, ma c’era anche qualche nordafricano e qualcuno del Bangladesh. C’erano anche sette donne in gravidanza, che sono state portate al poliambulatorio di Lampedusa, dove una nostra ostetrica le ha visitate». (A.T.)
Sono stati tutti rifocillati e accompagnati al Centro d’accoglienza dell’isola, tranne un gruppo di minori che è stato trasferito all’ex base Loran. Ma c’è già pronto il traghetto Moby Fantasy, che trasferirà al più presto gli immigrati verso altri centri di accoglienza italiani, in modo da decongestionale le strutture dell’isola, che si trovavano già ad ospitare oltre 700 persone.
«È stata una notte impegnativa, ma gli sbarchi non hanno presentato problemi logistici, perché il mare era calmo e le imbarcazioni in buone condizioni – racconta Andrea Ciocca, coordinatore del Progetto Lampedusa di Medici senza frontiere –. In una barca abbiamo trovato molte bottiglie d’acqua ancora piene, segno che avevano avuto un viaggio diretto, senza perdersi o incontrare difficoltà.
Alcuni ragazzi ci hanno raccontato di essere partiti da Tripoli due giorni prima, vivevano in Libia da uno o due anni, infatti parlavano già l’arabo con dialetto libico. In prevalenza si è trattato di persone provenienti dall’Africa subsahariana, Ghana, Costa d’Avorio, Somalia, Niger, Somalia, ma c’era anche qualche nordafricano e qualcuno del Bangladesh. C’erano anche sette donne in gravidanza, che sono state portate al poliambulatorio di Lampedusa, dove una nostra ostetrica le ha visitate». (A.T.)