Strasburgo – Il Consiglio d’Europa e la Commissione europea hanno adottato oggi un piano d’azione congiunto per la formazione di mille mediatori rom. In occasione di una riunione del Comitato dei ministri CdE a Strasburgo, il segretario generale Thorbjorn Jagland e la commissaria europea per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù Androulla Vassiliou hanno firmato una dichiarazione congiunta che segna il lancio ufficiale del programma di formazione che prevede due accordi di finanziamento. Il primo, ugualmente firmato oggi, stabilisce che l’Ue metta a disposizione del Consiglio d’Europa per il 2011 e il 2012 un milione di euro, consentendo così la formazione di mille mediatori. L’accordo intende potenziare il programma di formazione per mediatori rom (Romed), lanciato a inizio 2011 dall’organismo a 47.
“I rom affrontano ancora ogni giorno pregiudizi, intolleranza, abuso ed esclusione sociale – ha dichiarato Jagland -. L’accordo odierno contribuirà a migliorare la loro situazione e integrazione nelle società europee”. Per la commissaria Vassiliou “l’istruzione è la chiave per interrompere il circolo vizioso dello svantaggio e dell’esclusione sociale che tiene milioni di rom ai margini”.
I mille mediatori “lavoreranno con le famiglie e i bambini nelle città e nei villaggi in tutta Europa – ha proseguito Vassiliou -. Il loro impegno si concentrerà su assistenza sanitaria, agenzie per l’impiego e scuole. Allo stato attuale troppi bambini rom lasciano prematuramente la scuola, prima di completare gli studi, e questo ne danneggia sviluppo personale e prospettive di lavoro”.
Il programma Romed avviato dal Consiglio d’Europa prevede sessioni di formazione per preparare persone con un background rom – appartenenti alle locali comunità rom con una buona conoscenza delle questioni relative ai rom -, ad operare come mediatori tra i rom e le istituzioni pubbliche. Ad oggi ha permesso di formare 427 mediatori in 15 Paesi – Ucraina, Romania, Bulgaria, Moldavia, “ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, Italia, Germania, Grecia, Ungheria, Turchia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Francia, Serbia – e in Kosovo. Attualmente i mediatori stanno lavorando sul campo; nella seconda metà dell’anno è in programma una seconda serie di sessioni di formazione per tracciare un bilancio del lavoro svolto. (www.agensir.it)