Appello delle Nazioni Unite ad accogliere i rifugiati

Ginevra – Un appello urgente ai Governi ad aumentare le offerte di posti per il cosiddetto resettlment, cioè il reinsediamento in Paesi terzi di quei rifugiati che non possono tornare in patria, né restare nel primo Paese d’asilo, è stato lanciato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
Attualmente, sono disponibili ogni anno solo 80.000 posti di resettlment, mentre l’Unhcr prevede di dover reinsediare circa 780.000 profughi nei prossimi tre o cinque anni. Già l’anno prossimo la priorità dell’Unhcr sarà il reinsediamento in Paesi terzi di circa 172.000 rifugiati. L’Unhcr pone un accento particolare su alcuni rifugiati fuggiti dalla Libia e bloccati oltre i confini con la Tunisia e l’Egitto, chiedendo ai Governi di altri Paesi di mettere a disposizione posti per il reinsediamento al di fuori delle quote annuali.
L’Unhcr ha inoltre osservato una riduzione significativa nelle partenze dei rifugiati già accettati per essere reinsediati in un Paese terzo, dovuta soprattutto a resistenze di diversi Governi nell’applicare le convenzioni sottoscritte. «Questa tendenza è dovuta a controlli di sicurezza minuziosi e a vari problemi dei Paesi di reinsediamento nella gestione delle procedure», spiega infatti il comunicato diffuso a Ginevra.
Nel 2009, sono stati reinsediati 84.657 rifugiati, nel 2010 il numero è sceso a 72.914 e l’Unhcr teme che nel 2011, il dato sarà «significativamente inferiore» a quello degli 80.000 posti in teoria disponibili. Va però sottolineato che nel 2010 i rifugiati che hanno potuto raggiungere un Paese terzo rispetto a quello dove hanno presentato domanda d’asilo sono stati poco meno di 98.000. Ai già citati circa 73.000 che lo hanno fatto con l’assistenza dell’Unhcr — quasi tutti negli Stati Uniti, che ne hanno accolti 71.000 — se ne sono aggiunti infatti altri venticinquemila accolti da alcuni Governi, soprattutto africani e mediorientali, senza fare ricorso a tale assistenza. (Osservatore Romano)