Roma – “Nella situazione di confusione iniziale derivata dalla emergenza profughi dal Nord Africa, i Comuni si sono dimostrati uno degli unici punti certi di riferimento”. E’ quanto dichiara Flavio Zanonato, Sindaco di Padova e Vicepresidente ANCI in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
“Sin dall’inizio di questa ‘emergenza’ – aggiunge – noi, come ANCI, abbiamo proposto il modello di accoglienza dello SPRAR, nonostante i primi arrivi consistessero in cittadini tunisini che non avevano i requisiti per ottenere lo status di rifugiato, ma erano qualcosa di diverso. Si è svolta quindi una riflessione, a volte alquanto laboriosa e con attimi di tensione, alla fine della quale queste persone hanno ricevuto un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie. Questi soggetti adesso possono usufruire quindi dell’art. 20 e possono essere inseriti nel percorso dello SPRAR”.
“L’idea fondamentale che guida ormai da dieci anni lo SPRAR – spiega Zanonato – è che il rifugiato non è soltanto una persona a cui dobbiamo garantire cibo e un luogo dove dormire, ma é un soggetto che al termine di un percorso si inserisce nella nostra comunità. Un idea vincente anche se richiede una mobilitazione di energie molto forte. Lo SPRAR è diventato perciò lo strumento attraverso cui il rifugiato e il richiedente asilo entra in una comunità, in quella comunità impara una lingua, in quella comunità impara una professione, e quella comunità si occupa poi di inserirlo nel tessuto sociale del territorio. E questo e’ importante – sottolinea – perchè altrimenti il rifugiato che arriva e rimane in una struttura dove riceve semplicemente cibo, un posto dove dormire e degli abiti con cui vestirsi alla fine del periodo e’ esattamente come il giorno in cui e’ entrato nel territorio italiano”.
“Il vantaggio dell’approccio dello SPRAR per la comunità e per l’amministrazione locale – ribadisce Zanonato – e’ che queste persone, al termine del loro percorso, possono diventare a tutti gli effetti parte della città, della comunità e possono dare il loro contributo lavorativo, di idee e di relazioni umane. Cosa molto importante anche per il rifugiato stesso che altrimenti alla fine di questo periodo e’ spaesato esattamente come il primo giorno. Si tratta quindi di un vantaggio reciproco della città, comunità e luogo dove il rifugiato arriva e del rifugiato stesso”.
“Per questo motivo, in una situazione di emergenza come quella che si e’ verificata negli ultimi tempi, i Comuni si sono dimostrati punti di riferimento. Infatti – conclude il Vicepresidente ANCI – laddove i Comuni hanno una pratica di accoglienza, sanno immediatamente come trattare il problema perchè considerano il nuovo arrivato o il gruppo di nuovi arrivati esattamente come se fossero arrivati in altre fasi, quando la situazione non era di emergenza ma derivava da una cronicità del fenomeno profughi”.
E i numeri dello SPRAR sono lì a confermare il successo di un progetto che viene visto a modello in Europa: 151 progetti territoriali, 128 gli enti locali coinvolti (110 Comuni, 16 Province e 2 Unioni di comuni), 3.000 posti di accoglienza su tutto il territorio nazionale. Questo nella ordinaria amministrazione, perchè di fronte all’emergenza immigrazione di quest’anno i Comuni del sistema SPRAR hanno saputo e voluto mettere a disposizione 1900 posti aggiuntivi, con gli stessi standard qualitativi.
Sono tante le iniziative promosse a livello territoriale dalla rete dello SPRAR, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Il programma completo delle iniziative lo si può trovare collegandosi al sito del servizio centrale per i richiedenti asilo e rifugiati, www.serviziocentrale.it.
Sul sito del Servizio Centrale e’ possibile inoltre consultare il compendio statistico‘’Al di la’ dell’emergenza’’ realizzato proprio in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.