Raddoppiano gli imprenditori immigrati

Sono quasi 230mila le aziende aperte da stranieri nel nostro Paese. Tra i più attivi cinesi, marocchini, romeni e albanesi

Roma – Crescono in Italia gli immigrati che aprono un’azienda. Lo sottolinea il rapporto sul tema della Confederazione nazionale della piccola e media impresa e dell’artigianato (Cna), presentato ieri a Roma. I dati parlano chiaro: a fine 2010 i titolari di impresa immigrati presenti nel nostro Paese risultavano pari a 229.436, «un dato che incrementa di 20.454 unità – si legge nel documento – quello registrato al termine dello stesso periodo dell’anno precedente e che si inserisce in un trend di medio periodo molto vivace; nel periodo 2005-2010 il numero di imprenditori stranieri (più di ventimila unità all’anno con un picco nel 2007 quando si è registrato un incremento di circa 27mila unità) risulta quasi raddoppiato». Fortemente territoriale, l’imprenditoria etnica vede una massiccia presenza nel Centro Nord (87%) con il 78,2% concentrato in sole sei regioni: Emilia Romagna,Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio.

 
Marocchini, romeni, cinesi e albanesi, i gruppi più presenti nel settore, con attività molto specialistiche: in ordine commercio, costruzioni, ristorazione e il tessile. Particolare il profilo dei cinesi, i più eclettici di tutte le altre comunità: si spendono su più fronti, commercio, ristorazione, manifatturiero con discreto successo. In linea più generale, sottolinea il rapporto, «le iniziative imprenditoriali convergono in un numero ristretto di attività produttive di tipo tradizionale, caratterizzate da un basso contenuto tecnologico e da un’alta intensità di lavoro manuale». Di spicco, secondo Fosco Corradini, responsabile politiche per l’integrazione della Cna, il dato sull’artigianato: «Le imprese artigiane etniche sono 100mila: più di 12mila sono nostre associate, ovvero quasi il 4%. Un dato strabiliante per noi, anche in termini di richiesta di sostegno, informazione, voglia di rispettare le regole e di essere rappresentati». In eccezionale crescita anche l’imprenditoria immigrata al femminile, che ricalca nei tratti quella maschile: a fine 2010 le donne titolari di impresa immigrate risultavano 43.258, pari al 18,9% di tutti i titolari di impresa.
(P. Simonetti – Avvenire)