La voce degli emigrati

La stampa cattolica italiana in Europa

Roma – La chiusura dei corsi per bambini italiani bisognosi in Germania, Giovanni Paolo II e i migranti, la politica italiana e gli emigrati. Sono gli argomenti su cui si concentrano gli editoriali dei giornali cattolici italiani in Europa (Gcie), aderenti alla FISC (Federazione italiana settimanali cattolici).

 
In Europa le Missioni cattoliche sono 160, con circa 300 missionari. Alcune delegazioni nazionali e Missioni hanno ultimamente investito nella comunicazione ecclesiale, scegliendo di aderire alla FISC e costituendo una propria delegazione. Ne fanno parte “Migranti-press” (Fondazione Migrantes – Italia), “Il Corriere degli Italiani” (Svizzera), “Corriere d’Italia” (Germania), “Nuovi Orizzonti Europa” (Francia, Belgio, Lussemburgo), “La Voce degli Italiani” (Inghilterra) e “Webgiornale.de” (Germania). Si tratta per lo più di mensili che uniscono all’uscita cartacea newsletter settimanali e aggiornamenti on line sui rispettivi siti.
Webgiornale.de (Germania) denuncia la “chiusura nell’anno scolastico 2010/2011 dei corsi di sostegno per i bambini italiani particolarmente bisognosi” nel “territorio della diocesi di Rottenburg-Stuttgart”, dove ci sono “circa 80.000 italiani”, chiedendo alle autorità il loro ripristino “dal prossimo anno scolastico”.
“Per molti anni – ricorda la testata – varie istituzioni, con il sostegno del Consolato generale e del ministero della Pubblica Istruzione, le autorità scolastiche locali e le scuole hanno cercato di rispondere mediante corsi appropriati ai bisogni delle famiglie italiane nel campo della formazione”, realizzando corsi che “sono stati una componente fondamentale per l’ambita riuscita scolastica per i bambini e gli adolescenti italiani. In tanti anni – anche attraverso il Consolato generale – è stata creata una rete di corsi di sostegno per consentire ai bambini italiani le opportunità scolastiche e professionali, uguali a tutti gli altri bambini e giovani. Ora in poco meno di un anno è stato distrutto quello che con fatica in molti anni era stato costruito”.
È “una parola che non passa, di grande attualità” il magistero di Giovanni Paolo II “sui diversi mondi migranti, dagli immigrati ai rifugiati, ai rom, ai fieranti, ai marittimi”, ricorda su Migranti-press il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, ripercorrendo alcuni degli interventi in proposito di papa Wojtyla, dalla “visita a Canale d’Agordo e nella diocesi di Belluno, il 26 agosto 1979”, al “suo primo discorso all’ONU, il 2 ottobre 1979”; poi le encicliche e i messaggi delle Giornate mondiali per il migrante e il rifugiato. Ancora, “la cura per i migranti, l’accoglienza aperta, soprattutto per i più disperati, sono temi molto presenti – evidenzia mons. Perego – nell’omelia della beatificazione del vescovo Scalabrini (1997) e nei discorsi e nel messaggio del Giubileo del 2000”. Infine “anche ai rom Giovanni Paolo II ha dedicato attenzione nel suo magistero”.
“Un governo, un capo di Stato, un ministro, un uomo politico, se vogliono essere credibili agli occhi di chi vota, non devono dare l’impressione di essere lì solo per godere dei privilegi della casta”, scrive Mauro Montanari sul Corriere d’Italia (Germania), riprendendo una nota della cancelleria federale tedesca nella quale si comunica che la cancelliera “Angela Merkel può viaggiare per servizio a spese del contribuente tedesco solo a patto che, là dove possibile, si sposti in compagnia di altri ministri”. Ma “i politici italiani ci hanno abituati ad altro”, “usano e abusano di tutti i privilegi che il loro status permette” e “usano a scopo di parte gli strumenti pubblici, pagati da tutti”, con un “malcostume” che “sta creando in Italia una disaffezione alla politica che rischia di diventare una disaffezione alla democrazia”.
Osservando “che il ciclo del berlusconismo si sta esaurendo”, il Corriere degli Italiani (Svizzera) bolla come “deprimente pensare di essere nello stesso tempo una democrazia moderna e presentarsi ancora caratterizzati da ‘epoche’ in cui l’impronta non viene lasciata tanto da un partito politico o da un blocco politico-sociale, quanto da un leader populista e carismatico”.
“L’emigrazione italiana non ha mai fatto, almeno in Patria, gran sensazione. Finiti i tempi delle valigie di cartone e dei viaggi della speranza, sui connazionali all’estero è scesa una sorta d’irresponsabile oblio”, lamenta Giorgio Brignola , direttore responsabile della Voce degli Italiani (Inghilterra). “Eppure gli italiani nel mondo, soprattutto quelli ‘veraci’ sono più di quattro milioni e circa due milioni vivono in Europa”.
“Ora più che mai – prosegue Brignola – i connazionali all’estero non sembrano più intenzionati a delegare, senza garanzie, altri per la tutela dei loro diritti nella penisola. Sotto questo profilo, nell’attesa di una radicale riforma delle legge elettorale, l’associazionismo – propone – potrebbe ritrovare un suo spessore, una sua nuova ragione d’esistere”. (SIR)