Civitavecchia: presentato questa mattina il dossier “Marittimi Abbandonati – Né in terra né in mare”

Civitavecchia – Nella mattinata di oggi, 8 Giugno 2011, si è svolta la presentazione nel porto di Civitavecchia del dossier “Marittimi Abbandonati né in terra né in mare” presso il Museo della Guardia Costiera Forte Michelangelo.

 
L’incontro è stato aperto da mons. Luigi Marrucci, vescovo di Civitavecchia, che ha presieduto un momento di preghiera presentando ai partecipanti la Stella Maris di Civitavecchia. E’ seguito l’intervento di don Artur Jeziorek, cappellano e Presidente della Stella Maris di Civitavecchia che ha illustrato la collaborazione tra Stella Maris e la capitaneria per la cura del welfare dei marittimi, soprattutto nei recenti casi di emergenza che si sono verificati nel Porto di Civitavecchia con l’abbandono di due navi e dei loro equipaggi.
Il Direttore nazionale dell’ Ufficio per la Pastorale dei Marittimi della Fondazione Migrantes don Giacomo Martino ha illustrato il dossier che analizza il fenomeno dell’abbandono delle navi in Italia. Il dossier vuole essere un’analisi del fenomeno, con l’obiettivo di dare un’informativa completa e corretta su una materia poco conosciuta e soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica della reale necessità di assistenza ai marittimi in generale, in particolare ai marittimi abbandonati.
I casi di abbandono di navi con equipaggi a bordo è un dramma ricorrente e purtroppo il più delle volte nascosto nel panorama del trasporto marittimo internazionale. Considerando le conseguenze difficili e disumane in cui vengono a trovarsi, don Martino si è soffermato anche sul fenomeno della pirateria, che registra sempre più casi di marittimi sotto sequestro.
Al convegno è intervenuto anche l’Arcivescovo Mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti che si è rivolto ai partecipanti e a tutti coloro che hanno responsabilità dirette all’interno del porto ricordando loro le parole di Giovanni Paolo II, il quale nel 1987, durante una visita pastorale al porto di Civitavecchia diceva: “..La funzione di ciascuno di voi, nell’ambito della propria specializzazione e competenza, è diretta infatti al bene comune. L’operatore portuale esprime un rapporto che trascende l’ambito ristretto di una circoscrizione territoriale e si allarga al più vasto orizzonte di persone e cose provenienti dai luoghi più diversi. E un rapporto che, mentre tende al miglioramento delle condizioni di vita di quanti lo vivono, ne promuove al tempo stesso la crescita umana, ampliandone le conoscenze grazie all’impatto con realtà sempre nuove”.
Mons. Vegliò ha quindi ricordato i cinquecento marittimi ancora nelle mani dei pirati e le loro famiglie, sperando che le negoziazioni per la loro liberazione vadano avanti e trovino una soluzione.