MCI: il ruolo dei laici cattolici nelle Chiese europee

Simmern – “Evangelizzati per evangelizzare in un contesto multiculturale e multi religioso”. Si è intitolato così il II convegno dei laici organizzato dalla Delegazione delle Missioni Cattoliche in Germania e Scandinavia. Nel corso dell’incontro, che si è tenuto nei giorni scorsi a Simmern, si è discusso del ruolo dei laici cristiani nelle Chiese europee dell’oggi.

 
“Un ruolo fondamentale”, ci ha raccontato Luisa Deponti, missionaria secolare scalabriniana del Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione di Basilea.
Qual è oggi il ruolo dei laici nelle Chiese europee? In particolare dei laici migranti?
Il laico cristiano oggi ha un ruolo fondamentale. In un società già molto scristianizzata, infatti, è in grado di portare l’annuncio della fede cristiana in modo informale, negli ambienti più vari della società, anche laddove ormai la domanda su Dio sembra essere dimenticata. Anche perché il laico cristiano ha la possibilità di incontrare chi si pone delle domande ma non ha il coraggio di accostarsi alla Chiesa ufficiale o alle strutture pastorali.
Cos’è il “cortile dei gentili”?
È un’espressione usata da Papa Benedetto XVI e fa riferimento ad una tradizione della religione ebraica. Nel tempio di Gerusalemme, c’era uno spazio per coloro che si accostavano a questa religione pur non essendo parte del popolo di Israele. Uno spazio in cui poter pregare e porsi delle domande. Utilizzando questa espressione, quindi, il Papa ci invita a vivere questa nuova evangelizzazione, a creare cioè degli spazi dove le persone che sono in ricerca possano porre delle domande e cominciare ad accostarsi alla fede.
Il cristiano è tenuto a “curare la sua spina dorsale”, ma dall’altra parte lascia libertà di scelta a chi gli sta vicino. Come spiega questa dicotomia?
Nasce all’esempio stesso di Cristo, che ha proclamato chiaramente il messaggio dell’amore di Dio, dell’amore del Padre, per ogni uomo e senza imporlo. Nel momento in cui lo stavano arrestando, si è lasciato prendere, portando fino alle estreme conseguenze il suo messaggio d’amore. Quindi, anche noi, se da una parte credessimo in Dio e dall’altro lo imponessimo con la forza o con delle pressioni indebite sulla libertà dell’altro, saremmo in contraddizione.
Qual è il ruolo, se c’è, di noi cristiani laici di origine e cultura italiana nelle Chiese locali europee?
Se guardiamo la Germania, un cattolico ogni 13 ha un passaporto straniero, quindi è un numero molto elevato. Oggi, il nostro ruolo è quello di approfondire e continuare a portare la nostra testimonianza di fede anche con degli elementi di tradizione e cultura legate alle nostre origini; ma queste vanno messe in dialogo con le nuove realtà dove noi ci troviamo, soprattutto per dare la testimonianza di una Chiesa che unisce in sé e crea la comunione tra persone che sono tra loro diverse. Cosa che nella società avviene con grande difficoltà. Se la Chiesa, appunto, riuscisse sempre più a dare una testimonianza di comunione nella diversità, e non di uniformità, sarebbe un annuncio ancora più forte del Vangelo. (Corriere d’Italia di Francoforte)