I diritti umani hanno un carattere universale

Forum internazionale su diritti umani e migrazioni a Lucerna

Lucerna – Nel dibattito pubblico sul tema delle migrazioni prevalgono il più delle volte temi come la sicurezza, i conflitti tra le diversità culturali, i vantaggi e gli svantaggi economico sociali. Parlare di diritti umani in questo contesto non è di moda e chi lo fa viene spesso tacciato di essere un ingenuo idealista. Nell’ambito delle migrazioni si dimentica facilmente che i diritti umani hanno un carattere universale, che appartengono cioè ad ogni persona in quanto tale, indipendentemente dal suo status giuridico di cittadino, di immigrato e persino di straniero senza permesso di soggiorno. Tali diritti hanno il loro fondamento nell’inviolabile dignità dell’uomo, sul cui assoluto rispetto si basa la nostra convivenza civile e l’ordinamento democratico dei nostri paesi.

 
Questi principi necessitano, perciò, di essere trasmessi a tutti, specialmente ai giovani, anche attraverso una specifica formazione nelle scuole, nelle università, attraverso i mezzi di comunicazione. Questo è l’obiettivo del Centro per l’educazione ai diritti umani (ZMRB, Zentrum für Menschenrechtsbildung) della Pädagogische Hochschule Zentralschweiz di Lucerna. Esso si impegna ad inserire la formazione ai diritti umani soprattutto nel curriculum di studi dei futuri insegnanti, ma offre anche seminari e workshop per scuole, imprese, istituzioni private e della pubblica amministrazione. Tra le iniziative del ZMRB vi è il Forum internazionale per i diritti umani, un convegno di due giorni a Lucerna, ormai giunto alla sua ottava edizione. Quest’anno il tema trattato durante il Forum del 24 e 25 maggio è stato il non facile binomio “Diritti umani e migrazioni”. Il programma di questa iniziativa comprendeva una grande varietà di interventi e di
manifestazioni, che hanno affrontato la questione da molteplici punti di vista, attraverso conferenze, panel di discussione, laboratori con la presentazione di progetti, workshop su aspetti economici, giuridici, filosofici, pedagogici, ed un concerto di beneficenza con la Human Rights Orchestra.
Il Forum si è rivolto soprattutto ai giovani studenti universitari, che rappresentavano la maggioranza dei numerosi partecipanti. I temi trattati hanno tenuto conto della prospettiva globale, europea, ma anche svizzera delle migrazioni. Questo approccio multidimensionale ha messo in luce la tensione esistente tra un fenomeno di carattere transnazionale come la mobilità umana, generato da fattori economici, ambientali, geopolitici, demografici che superano i confini dei singoli paesi e il fatto che attualmente sono ancora gli stati nazionali i principali attori che possono tutelare nel concreto i diritti umani. Non esistendo un “super stato” mondiale, oggi il miglior sistema che può garantire al maggior numero di persone il rispetto dei propri diritti fondamentali rimane ancora una democrazia ben funzionante. Gli stati democratici nazionali, tuttavia, hanno delle frontiere e stabiliscono delle regole per l’immigrazione, facendo distinzione, per forza di cose, tra i propri cittadini, gli stranieri regolarmente presenti sul proprio territorio e quelli irregolarmente presenti.
Tuttavia, numerosi migranti e rifugiati sono costretti a lasciare il proprio paese senza poter ottenere un permesso di soggiorno, ritrovandosi in una condizione di irregolarità. In quanto persone, continuano ad essere, anche senza documenti, titolari di diritti umani, che ogni stato deve rispettare.
La prassi, tuttavia, anche nei paesi democratici occidentali, non corrisponde sempre a questi criteri,
come ha mostrato l’intervento di Denise Graf, rappresentante di Amnesty International per la Svizzera. Anche nella Confederazione Elvetica alcune misure messe in atto nei confronti delle persone senza permesso di soggiorno per indurle a lasciare il paese non possono più essere considerate conformi al rispetto della dignità umana (www.nothilfe-kampagne.ch).
Risulta difficile, in un clima di generale scetticismo e di chiusura nei confronti dei migranti farsi promotori dei loro diritti. Qui si innesta la necessità di un’educazione e sensibilizzazione che sappiano utilizzare diversi strumenti e tipi di argomentazione.
Si può partire dal presentare le migrazioni come un fenomeno inevitabile dei nostri tempi, caratterizzato da aspetti positivi da valorizzare e da risvolti negativi da ridurre a beneficio
dei paesi di partenza e di destinazione, così come dei migranti stessi, come ha affermato nella sua relazione il principe Costantino d’Orange-Nassau, direttore dell’istituto di ricerche The Hague Process on Refugees and Migration. In questo approccio, ampiamente utilizzato di recente dalle organizzazioni internazionali, il rispetto dei diritti umani dei migranti è visto come un fattore fondamentale per far crescere le potenzialità positive delle migrazioni.
D’altra parte, anche una migliore conoscenza delle cause delle migrazioni può aiutare a comprendere la responsabilità che tutti portiamo nei confronti delle persone coinvolte. Il dott. Walter Kälin, Direttore del Centro svizzero di competenza per i diritti umani, presentando l’impatto presente e futuro dei mutamenti climatici sui movimenti migratori, con l’aumento di catastrofi idro-metereologiche e la desertificazione, ha richiamato la responsabilità dei paesi più sviluppati, che concorrono in misura maggiore al riscaldamento del pianeta. Lo stesso si potrebbe dire per quanto riguarda gli squilibri economici e sociali globali, spesso non sufficientemente combattuti o addirittura causati dalle scelte politiche ed economiche delle nazioni più avanzate.
L’iniziativa del Forum internazionale per i diritti umani, presentando il fenomeno delle migrazioni da diversi punti di vista e ponendo al centro la persona, non solo ha dato un contributo costruttivo al dibattito su questo tema, ma ha anche offerto un esempio valido di come sia possibile rendere i giovani protagonisti nella riflessione e nella realizzazione di progetti per un mondo più umano ed accogliente per tutti. (di L. Deponti/Cserpe)