Benedetto XVI riceverà in udienza una rappresentanza di Rom e sinti europei

L’udienza è prevista per sabato 11 giugno. Domenica Santa Messa in diretta Rai dalla Chiesa “a cielo aperto” dedicata al primo martire gitano della storia, il beato Zefferino

 Città del Vaticano – Alcuni gruppi Rom, Sinti, Manuches, Kale, Yenish e Travellers d’Europa e d’Italia, in rappresentanza dei 12 milioni sparsi in Europa e dei 170 mila Rom, Sinti e camminanti italiani, si incontreranno a Roma per un pellegrinaggio di due giorni, nella ricorrenza del 75° anniversario del martirio e dei 150 anni dalla nascita del beato Zeffirino (Ceferino) Giménez Malla (1861-1936), gitano martire della fede di origine spagnola.
Il mondo zingaro, composto da diverse etnie (tra le quali le più note sono Rom, Sinti, Manousche, Kalé, Yéniches, Romanichals, Xoraxané, Kanjarija, Rudari e Ari), si stima che comprenda circa 36 milioni di persone sparse in tutto il mondo e conosciute con il termine generico “Zingari”.
Il maggior numero di loro, oltre 18 milioni, vive in India (considerata la loro terra d’origine), mentre tra i 12 e i 15 milioni si trovano in Europa, con un’alta concentrazione nell’Est europeo. Gli Stati Uniti d’America ne ospitano quasi un milione e circa 900 mila il Brasile. Romania e Ungheria sono i Paesi europei con la maggiore concentrazione di popolazioni zingare (tra 1.800.000 e 2.500.000). In Bulgaria e Spagna il loro numero si aggira attorno a 800 mila.
L’organizzazione di questo pellegrinaggio è curata dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in collaborazione con la Fondazione “Migrantes” della Conferenza Episcopale Italiana, la Diocesi di Roma e la Comunità di Sant’Egidio.
 Sabato 11 giugno, alle ore 12.00, i pellegrini – il cui numero sarà di circa 1.400 persone – saranno ricevuti in Udienza dal pontefice in Vaticano. L’arcivescovo mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio, li presenterà al Papa descrivendo il loro crescente impegno nella Chiesa, dove possono trovare forza spirituale e aiuto per la loro vita spesso segnata da emarginazione e diffidenza. Quindi Benedetto XVI rivolgerà loro la sua parola e impartirà la Benedizione Apostolica. Nel corso dell’Udienza, sarà illustrata al Pontefice la realtà zingara con quattro brevi testimonianze, compresa quella di Ceija Stojka, zingara cattolica superstite dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. I suoi ricordi di quel terribile periodo sono raccolti in un libro che trae origine dalla necessità di ricordare per combattere la sopraffazione e l’oblio.
 Anche in passato le Comunità zingare sono state accolte dai Pontefici. Paolo VI li aveva incontrati a Pomezia, nel 1965, e Giovanni Paolo II, durante il Grande Giubileo del 2000, chiese perdono al Signore anche per i peccati commessi nei confronti degli Zingari dai figli della Chiesa.   
Dopo l’Udienza Pontificia, il programma del pellegrinaggio prevede per il pomeriggio una celebrazione della Parola, presieduta da mons. Vegliò, nella Chiesa di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, alle ore 18.30. Per l’occasione, nell’altare dei Testimoni della fede di Spagna, sarà posta una reliquia del Beato Zeffirino, uno dei rosari che egli stesso aveva donato alla figlia di un amico avvocato.
Domenica 12 giugno, seconda giornata del pellegrinaggio, gli zingari si riuniranno al Santuario del Divino Amore per la Santa Messa, presso la “cappella a cielo aperto” dedicata al Beato Zeffirino. La celebrazione, che avrà inizio alle ore 11.00 e sarà trasmessa in diretta su RAI 1, sarà presieduta da mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano.
Grazie all’interessamento e alla mobilitazione di Organizzazioni nazionali e internazionali – si legge in un comunicato del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti – numerosi Paesi stanno introducendo nuove iniziative per i Rom e per altri gruppi zingari, volte a favorire una loro positiva integrazione, che passa obbligatoriamente attraverso il rispetto dei fondamentali diritti umani, come l’istruzione, il lavoro, l’alloggio dignitoso e le cure mediche”.
“È necessaria – conclude il dicastero vaticano – una sinergia di impegni da parte della società e dei Rom, Sinti e altri gruppi, per superare la diffidenza e incoraggiare nuove forme di incontro e dialogo finalizzate alla comprensione e all’accoglienza”.