“Italia-Germania. Esperienze di integrazione”

Un convegno ieri alla Radio Vaticana

Roma – “Oggi registriamo anche nel mondo dell’emigrazione un processo di desolidarizzazione, di individualismo, di disinteresse che rischia di indebolire ancora di più il processo di incontro, relazione, integrazione che deve avvenire in ogni Paese”. E’ quanto ha affermato mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes intervenendo al convegno “Italia-Germania. Esperienze di integrazione”, promosso dal Dossier Statistico Immigrazione e svoltosi ieri pomeriggio a Roma presso la Radio Vaticana.

 
L’Italia – ha detto mons. Perego – celebra quest’anno il 150 anniversario dell’unità d’Italia (1861), la Germania unita nel 1871: la storia unitaria di questi due Paesi costituisce “una storia comune, anche se con tempi e modi diversi, con ulteriori sviluppi per la Germania dopo il 1989. Oggi l’unità dei due Paesi non può non confrontarsi con un concetto nuovo di cittadinanza, destinato necessariamente ad allargarsi per comprendere le nuove presenze, i nuovi incontri”.
Germania e Italia sono due Paesi europei e due “protagonisti nella storia della costruzione europea” – ha spiegato mons. Perego – con figure come De Gasperi e Adenauer, due cattolici impegnati in politica. L’identità europea “non è solo una realtà passata, data, ma chiede continuamente di essere costruita, ricostruita, anche sul fenomeno migratorio, che oggi interessa 30 milioni di persone in Europa”.
“L’identità europea è un compito – ha aggiunto mons. Perego – sempre nuovo, che si sviluppa nella relazione, nel confronto, tra nord e sud, est e ovest. Le migrazioni costituiscono un invito continuo a questo compito di ripensare l’identità europea, non solo sul piano economico, ma anche culturale, spirituale, sociale”.
Il Direttore della Migrantes ha quindi ricordato due sacerdoti della Migrantes che hanno costruito “un legame stretto tra Italia e Germania, sul piano religioso, culturale e sociale”: si tratta di don Ascanio Micheloni e don Luigi Petris. Due sacerdoti friulani che hanno seguito i propri connazionali in Germania “costruendo una storia di fede e di comunità di italiani veramente aperta e originale”. Due uomini, due preti che hanno saputo condividere la storia degli emigranti italiani in Germania, ma anche la storia dell’Italia e della Germania”.