A Lampedusa un diacono da primato

Lampedusa – La Chiesa di San Gerlando è nel cuore del paese, si affaccia sulla grande piazza Garibaldi, lo spazio che durante l’emergenza è stato uno dei luoghi-simbolo dell’accoglienza dei lampedusani. Di notte dormitorio a cielo aperto, di giorno la piazza si animava di volontari, gente comune, che faceva a gara per aiutare nella preparazione e distribuzione dei pasti, per assicurare una doccia, un cambio di indumenti, per ricaricare la batteria del cellulare, in modo da consentire ai giovani tunisini di mantenere il contatto con i propri familiari.

 
“Per la parrocchia è stato un momento importante, non avevamo un gruppo Caritas preparato ad un evento di questa portata, ma la fede della nostra gente ha dato quelle risposte che nel momento del bisogno sanno andare oltre ogni necessaria programmazione”. Sono queste le parole che ascoltiamo da uno dei più stretti collaboratori di don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa: il diacono Giovanni Caserta, lampedusano da generazioni, che ancora oggi si emoziona nel ricordo di quei giorni, perché lo hanno riportato indietro nel tempo, quando alla fine degli anni 70 i primi tunisini arrivavano sull’isola con piccole barche, in gruppi di non più di dieci, raccogliendosi su quella stessa piazza con gli stessi sguardi, chiedendo accoglienza e qualcosa da mangiare. Il diacono ci spiega che allora era tutto più semplice: “Li aiutavamo a riprendersi e alla partenza della prima nave raggiungevano Porto Empedocle. La generosità era la stessa di oggi e la condivisione ancora più genuina perché vissuta nella semplicità dei lampedusani del tempo, che vivevano nella dignità del poco e, come oggi don Stefano, allora p. Policardi ci aiutava a dare un senso cristiano alla nostra accoglienza”.
Parole semplici quelle del diacono Giovanni, chiamato a vivere il suo ministero a servizio di una comunità che il suo vescovo, Mons. Montenegro, ha definito “una porzione di Chiesa italiana che, con grande fatica e con non pochi sacrifici, cerca di rendere visibile e credibile il comandamento dell’amore”.
E Giovanni ha il carattere giusto per affrontare questa sfida, perché, senza che lui ce lo dicesse, abbiamo scoperto essere un “diacono da primato”. A quello geografico, che lo fa essere il più meridionale d’Italia, più a sud di Tunisi ed Algeri, egli aggiunge quello temporale, essendo stato il primo diacono ad essere ordinato in Sicilia, precisamente il 14 maggio del 1975, proprio nella sua parrocchia di origine, quella di San Gerlando. Ad imporgli le mani il vescovo Petralia, che nei suoi ricordi rimane “il pastore infaticabile e vigilante, sensibile ai problemi religiosi e sociali della sua gente”. Quella sensibilità che Giovanni ha posto a modello del suo servizio, per aiutare la comunità lampedusana a vivere nel quotidiano la gioia della condivisione e la speranza in un futuro migliore.
diac. S. Tornesi (Ufficio Migrantes Messina)