“In Italia da fratelli”

La Festa dei Popoli a Trento

Trento – Non solo il tricolore per questo 150°: le bandiere di tutti i popoli sventolavano sulle note dell’Inno di Mameli che riempivano la piazza accaldata e colorata, in una domenica ormai estiva.

 
La Festa dei Popoli, ormai tradizionale appuntamento multietnico, ha ricordato nella dodicesima edizione, sabato 21 e domenica 22 maggio in piazza Fiera, l’anniversario dell’Unità d’Italia coinvolgendo tutta la comunità trentina senza distinzione di cultura, razza, lingua o religione.
Dopo i giochi del sabato pomeriggio con tanti bambini e con i ragazzi della scuola “De Gaspari”, nel concerto della sera si sono esibiti alcuni popoli con canti e danze. La domenica mattina ha avuto come punto focale la sfilata di tutti i popoli per le vie della città con il grande tricolore sostenuto da alcuni bambini di famiglie immigrate. Le autorità hanno accompagnato la sfilata e sono salite sul palco insieme ai rappresentanti dei vari popoli per salutare la piazza. don Giuseppe Caldera, direttore del Centro Missionario Diocesano e dell’Ufficio Migrantes, ha introdotto le preghiere della comunità cattolica, sullo spirito della Pentecoste, della comunità ortodossa, della comunità islamica, con passi del Corano, e della comunità indiana sikh.
In diverse lingue il saluto di mons. Adriano Tomasi, vescovo ausiliare di Lima, in Perù, e mons. Luigi Bressan che ha pregato “per tutti, per questo Trentino multietnico, per l’Italia nei suoi 150 anni e per noi stessi, perché l’unione nasce dall’impegno di ciascuno”.
“Questa è la festa del sogno, di come vorremmo che fosse il mondo e di come questo ideale è davvero possibile”, ha detto don Caldera: “le migrazioni aiutano a superare i contrasti perché spesso i fondamentalismi e i conflitti restano lontani. Certo è inevitabile che gli echi di questi contrasti, a volte, si risveglino anche nei paesi di adozione degli immigrati”.
Piazza Fiera diventa ancora una volta la piazza della convivenza: Algeria e Marocco si incontrano in un abbraccio, giovani eritrei ed etiopi sono amici, i popoli dei Balcani si danno la mano, greco cattolici e ortodossi fanno loro lo spirito dell’amicizia. È festa insieme d’italiani e immigrati.
Mentre i colori di tutto il mondo sventolavano sul palco, il console del Marocco a Verona, M. Mohamed El Hilali, ha riconosciuto nella Madre Terra “la bandiera di tutti i popoli”, esortando i migranti a ricercare, “prima di un contratto di lavoro e del permesso di soggiorno, il contratto morale di rispetto per questa terra e per il popolo che ci accoglie”. Presente anche la console dell’Ecuador, Narcisa de Jesus Soria Valenzia: “Ormai il mondo è diventato piccolo, se volete trovare i Paesi più lontani aprite le porte e li troverete lì nei vostri giardini”.
Gli abitanti stranieri sono il 9% nella città di Trento e l’11% in provincia: “Ma la statistica interessa poco – ha detto il sindaco Alessandro Andreatta – vi incontro ogni giorno, per strada, fuori dalle scuole, siete ‘dentro’ questa città, siete anche voi cuore della terra trentina. Non possiamo che camminare insieme, riconoscendoci nei diritti e nei doveri che ci rendono parte di un’unica comunità”. Il Presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni e le altre realtà locali come la diocesi. “Norme, leggi e provvedimenti non sarebbero sufficienti: la comunità deve aiutare le istituzioni a far sì che questi processi abbiano successo”. Tutti devono fare la propria parte: “le istituzioni, i partiti, che non devono rincorrere le paure dei cittadini, e le associazioni culturali che tengono vivi i valori della civiltà e della convivenza”.
Un accenno, da parte di Dellai, anche per “la primavera” che sta interessando diversi Paesi che lottano per il futuro, la libertà e la democrazia: “Anche noi ci uniamo a questo solco di speranza con la preghiera e con le azioni concrete”.
Anche i profughi arrivati negli ultimi giorni hanno preso parte al ritrovo festoso di piazza Fiera, come ha ricordato l’assessore Lia Giovanazzi Beltrami. Nei vari stand hanno ritrovato, nei sapori dei cibi esotici, nelle stoffe colorate dei costumi tipici e nei suoni delle musiche etniche, un pezzetto del loro Paese.
Nel pomeriggio la presentazione di 40 popoli che si sono alternati sul palco per comunicare cultura, messaggi, gioia di trovarsi in questa terra trentina. E tanta, tanta musica con un arrivederci alla prossima Festa dei Popoli. (Ufficio Migrantes Trento)