A Lampedusa anche un’ “Alternativa giovani”

Lampedusa – Hanno le idee ben chiare e attraverso i fatti e l’impegno concreto cercano di evadere dai confini, a volte troppo stretti, di un’isola. Eppure a quella terra, che tra di loro chiamano “U scogghiu”, si sentono profondamente e intimamente legati e ad abbandonarla proprio non ci riescono, almeno non per sempre. A parlare è una rappresentanza dell’associazione “Alternativa giovani”, realtà esistente a Lampedusa dal 2002, che può contare su un seguito di circa 100 associati. L’obiettivo di Giacomo (vice-presidente) e Antonino, uno dei componenti del consiglio direttivo, è appunto quello di creare un’alternativa, come recita il nome della stessa associazione, per i tanti ragazzi che vogliono fare qualcosa di utile, anche in prospettiva futura, per la loro isola. Negli ultimi anni in cui i flussi migratori hanno conosciuto livelli sempre crescenti, fino al picchio di qualche mese fa, i ragazzi hanno portato avanti numerosi progetti mirati proprio a diffondere una corretta idea di integrazione con l’altro, un Altro che, paradossalmente, da Lampedusa è in continuo passaggio ma difficilmente viene visto e considerato.

 
“Nel 2008 – afferma Antonino – abbiamo ottenuto un finanziamento dal Ministero delle Politiche sociali – per il Progetto ‘Uomo’ che ci ha permesso di girare per le scuole, partendo ovviamente da Lampedusa, e diffondere la conoscenza, il confronto, l’incontro, l’informazione, per una educazione alla convivenza”. Un impegno poi personalmente vissuto anche nella pratica, in occasione dell’ultima emergenza, quando i ragazzi di Alternativa giovani, così come gran parte della comunità, sono scesi in strada per prestare aiuto e soccorso agli oltre 7000 immigrati che nel giro di qualche settimana sono sbarcati a Lampedusa invadendo completamente strade, piazze e villette. “In quei giorni, insieme a tanti altri lampedusani, abbiamo organizzato per i migranti la giornata del Cous Cous – raccontano i ragazzi – abbiamo cercato di avvicinarci alla loro realtà mettendo in pratica quello che è anche uno dei fini della nostra associazione, ovvero l’integrazione”.
Tanti gli obiettivi che i giovani intendono portare avanti, tanti quelli già raggiunti e da raggiungere: su tutti l’apertura, o meglio la riapertura, di una radio: “Fino a qualche tempo fa ci appoggiavamo ad un emittente nazionale, ora però stiamo lavorando per poter acquistare delle nostre frequenze. Riteniamo che la radio sia uno strumento importante che può favorire il dialogo e la comunicazione su diversi argomenti e tematiche e rendere tutti più consapevoli”. Il futuro? Anche per questi ragazzi è difficile immaginarlo a Lampedusa ma altrettanto difficile è pensarlo per sempre lontani “du scogghiu”. (E. De Pasquale – Ufficio Migrantes Messina)